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La Ue prepara la stretta su difesa e asset russi, droni vietati prima del summit

BRUXELLES – Inizierà domani, meroledì, con un summit dei capi di Stato e di governo a Copenaghen un mese di ottobre ricco di appuntamenti comunitari, tra cui due vertici europei. Sul tavolo c’è in ultima analisi il futuro dell’Ucraina, oltre che della difesa europea. I più ottimisti sperano che il contesto internazionale sempre più incerto induca a nuova coesione tra i paesi membri.

Sul fronte della difesa, l’obiettivo della riunione informale è di dare alla Commissione europea indicazioni precise per fare del piano Readiness 2030 una realtà concreta. Sul tavolo ci sono nove priorità (dalla difesa marittima alla sicurezza cibernetica). «Si parlerà di progetti in comune, e anche di paesi-guida nei diversi progetti», spiegava ieri un diplomatico europeo. Tema delicato quello del paese-guida che da tempo sta facendo litigare Parigi e Berlino sull’idea di un nuovo caccia europeo.

Bruxelles vorrebbe preparare una tabella di marcia del riarmo per il vertice europeo, questa volta formale, del 23-24 ottobre e mettere a punto un meccanismo di coordinamento tra paesi entro la primavera del 2026. La stessa idea di un muro anti-droni emersa nei giorni scorsi potrebbe concretizzarsi rapidamente (a proposito: il governo danese ha vietato l’uso di droni privati questa settimana per assicurare un vertice senza intoppi, mentre Francia, Germania e Svezia hanno offerto collaborazione per aiutare il paese a proteggere il suo spazio aereo).

I leader discuteranno sempre domani anche della proposta con cui finanziare il sostegno all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia. Il piano prevede l’uso della liquidità generata dagli attivi russi attualmente parcheggiati a Euroclear, la società belga. Nei fatti si tratterebbe di prestare a Kiev fino a 140 miliardi di euro. Tecnicamente non è una confisca – perché si tratta di un doppio prestito: da Euroclear alla UE e poi dalla UE all’Ucraina – ma il passo è breve.

Nelle prime discussioni tra le delegazioni nazionali i paesi membri hanno mostrato interesse di massima (per ora mancano cruciali dettagli). Ammette un diplomatico nazionale: «Il contesto sta cambiando rapidamente. Molti paesi soffrono di debito elevato, gli Stati Uniti si stanno sfilando dal teatro europeo, l’Ucraina ha bisogno di aiuto». La Germania si è detta disponibile alla discussione. La Francia è anch’essa costruttiva. I sostenitori più evidenti sono i paesi baltici e nordici.


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