La tragedia della bimba lanciata dal balcone a Misterbianco: il fratellino ha tentato di fermare la madre
Maria Rosa indossava una tutina beige mercoledì pomeriggio. La nonna l’aveva messa sul divano letto. Stava dormendo mentre in casa si preparava tutto per il pranzo. Il papà stanco stava riposando dopo il turno di lavoro. Il fratellino era in casa in attesa di mettersi a tavola: a un certo punto vede la mamma alzarsi e afferrare la sorellina. «Che stai facendo?», le chiede mentre la segue su in terrazza. L’ha anche toccata cercando di fermare quella corsa inspiegabile su per le scale con la piccola in braccio. «Mamma, che stai facendo?», le ripete mentre la vede sporgersi dal balcone. Sente un tonfo e nelle braccia della madre Maria Rosa non c’è più. La sorellina di appena sette mesi è stata lanciata dal terzo piano del palazzo di via Marchese a Misterbianco. La strada che il 30 aprile alle 13,30 è diventata la tomba della piccola: testimone un bimbo di appena sette anni.
La sequenza dell’orrore è stata ripercorsa ieri, nel carcere di Piazza Lanza, durante l’udienza di convalida dell’arresto per omicidio della mamma, la 40enne che soffriva di una grave depressione post partum. Il padre della donna, un medico che vive fuori dalla Sicilia, era stato nominato dal Tribunale civile amministratore di sostegno. La donna ieri ha risposto alle domande della gip Simona Ragazzi confessando ogni cosa: «Ho sempre avuto un rifiuto fisico per la piccola. Non ci ho visto più. Però oggi farei qualsiasi cosa per fare ritornare in vita la bimba». Ad assistere all’interrogatorio anche il difensore di fiducia, l’avvocato Alfio Grasso, e il pm Francesco Rio che coordina le indagini con il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita.
La mamma dell’indagata, è morta qualche tempo fa, per questo in casa c’erano la suocera e la cognata ad aiutare il papà ad assistere la piccola Maria Rosa. Sul portone di via Marchese ieri è stato messo un girasole con un bigliettino (nella foto) dove qualcuno ha scritto: «A quello che saresti diventata e per tutto quello che avresti potuto fare. La vita è un dono, nessuno doveva strappartela via. Vola».