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La telefonata da brividi del Mossad ai generali iraniani

Una breve telefonata per mandare un messaggio chiaro ai nemici: scappate finchè siete in tempo, fuggite per non fare la fine degli altri ufficiali. Il Washington Post ha pubblicato la registrazione di una telefonata di un agente del Mossad ai generali iraniani nelle prime ore dell’attacco, nel pieno dei bombardamenti sui siti nucleari di Teheran e delle esecuzioni degli alti funzionari della Repubblica islamica.

I servizi segreti israeliani hanno contattato telefonicamente i generali iraniani per dettare le condizioni: 12 ore di tempo per registrare un video e dissociarsi dal regime. In cambio, la salvezza. Nel file audio pubblicato dal giornale statunitense, l’agente del Mossad – la cui voce è stata modificata per motivi di sicurezza – si è rivolto così al generale iraniano: “Posso consigliarti adesso: hai 12 ore per scappare con tua moglie e tuo figlio. Altrimenti, sei già sulla nostra lista”.

Poco prima, l’agente di Tel Aviv si era presentato così: “Ti sto chiamando dal paese che appena due ore fa ha mandato all’inferno uno dopo l’altro Bagheri, Salami, Shamkani”. Il riferimento è ai tre alti ufficiali di Teheran assassinati all’inizio dell’operazione Rising Lion. Poi la richiesta del video contro il regime: “Dicendo che ci siamo allontanati da questo governo e che non siamo disposti a sacrificare la nostra vita per persone che hanno distrutto il nostro Paese per 46 anni”. Infine, la nuova intimidazione: “Siamo più vicini a te della tua stessa vena giugulare. Mettitelo in testa. Che Dio ti protegga”.

Il Washington Post ha sottolineato che il generale coinvolto non è stato identificato ma dovrebbe essere ancora vivo.

La chiamata in questione faceva parte dell’operazione mirata a destabilizzare la catena di comando militare, compresi i potenziali sostituti. L’ufficio del primo ministro israeliano Bibi Netanyahu non ha risposto alle richieste di chiarimento del giornale americano.


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