La storia di Antonio Ceccarini vale un libro. Sala dei Notari gremita per la presentazione

Antonio Ceccarini continua a percorrere a gran velocità la sua fascia, anche a poco più di dieci anni dalla sua scomparsa.
Che il terzino del Perugia dei Miracoli abbia lasciato un segno indelebile in quella squadra imbattibile (il suo gol nei minuti finali contro l’Inter determinò il 2-2 finale ed evitò una sconfitta che pareva inevitabile) e non solo lo dimostra il fatto che la Sala dei Notari facesse registrare il tutto esaurito.
Non c’era un posto libero alla presentazione, che già aveva avuto un prologo qualche giorno fa al Museo del Grifo, di “Tigre – Storia romantica di un terzino”, il libro dedicato proprio al Cecco, un racconto che vuole andare ben al di là del fatto sportivo.
Numerose le personalità presenti: dai figli Gaia e Matteo alla vedova Grazia, poi i fratelli Giuseppe e Maurizio solo per citarne alcune.
Non sono voluti mancare alcuni suoi ex compagni e allenatori di allora come Franco Vannini, Mauro Amenta, Michele Nappi, Giampiero Molinari, Maurizio Marchei, che hanno vissuto il “Tigre” nella quotidianità sportiva.
Avrebbe dovuto presenziare anche Brunello Cucinelli, con il quale Ceccarini ha avuto una collaborazione, ma una leggera influenza gli ha impedito di farlo. A portare il suo saluto la moglie Federica.
Le istituzioni
Ad aprire la sindaca Vittoria Ferdinandi: “Sono contenta di vedere una sala così gremita. Ho potuto solo sfiorare l’impegno che la famiglia ha messo in questo libro. Sono felice che la città vi restituisca ciò che avete dato perché il Grifo fa parte dell’identità di essa. Riviviamo oggi un pezzo di storia che ci ha visto di protagonisti, abbiamo bisogno di riagganciarlo. Vogliamo guardare avanti ma nello stesso tempo saper custodire le nostre radici e guardare indietro. Le nostre generazioni hanno bisogno di esempi credibili. Il successo si può ottenere con il garbo, la gentilezza e lo sforzo quotidiano. È l’aspetto emotivo dello sport che dobbiamo custodire, un senso di apparenza e d’orgoglio che ogni volta che entro al Curi lo riaggancio. Sperando che basti a far tornare il Grifo dove merita”.
Questo il pensiero di Pierluigi Vossi, Assessore allo Sport nonchè ex Grifone: “Leggendo questo libro ho provato emozioni stupende da parte di chi ha perso un padre e da chi ha svolto questo ruolo. Ho conosciuto Antonio che ero raccattapalle; guardandolo come giocava ho osservato la sua postura. Il difensore era sempre nell’ombra, che doveva eliminare l’attaccante più forte. Era concentrato, mai fuori dalle righe. Ha preso le caratteristiche di noi perugini, che tutti apprezzano. Se non ci fosse stato quel gol l’imbattibilità ce la saremmo sognata”.
I familiari
Matteo Ceccarini, il primogenito, spiega: “Questo è un progetto nato più di un anno fa quando con mia madre e mia sorella ci siamo visti. Abbiamo voluto raccontare la persona, l’aspetto di certo meno conosciuto. Bisognava tirare fuori i ricordi personali; non amiamo molto l’esposizione ma questa esperienza è stata importante. Abbiamo parlato della storia di un bambino, un ragazzo che aveva un sogno ed è riuscito a raggiungerlo, forse in maniera superiore alle aspettative. Poi si racconta i valori che ha portato in famiglia e che ancora oggi ci ritroviamo. Evidentemente la storia di mio padre ha lasciato qualcosa di importante. Sono contento di essere nato qui perché siamo legati in maniera importante”.
Poi è il turno della sorella Gaia: “Volevo ringraziare mia mamma e mio fratello perché senza di loro questo progetto non sarebbe nato. Mi sono emozionata anche io perché non conoscevo alcuni aspetti della storia calcistica di mio padre avendolo vissuto sotto l’aspetto umano. Era una persona essenziale, era di poche parole che arrivavano dirette, al momento giusto. Spero che tutto questo possa diventare un monito per i ragazzi che si approcciano al calcio affinché con certe caratteristiche possano fare carriera e che possa naturalmente trasmettere la memoria di mio padre”.
Breve e coinciso il ricordo della vedova Grazia Conta: “Hanno detto tutto loro. Antonio era una persona per bene e questa presenza ne è la dimostrazione. Era sempre serio, impegnato ma talmente gioioso e stravagante che poteva sembrare un ragazzo di 20 anni. Tornava il venerdì e disse “andiamo al mare”. Era un uomo normale ma amante della vita”.
Gli autori
Una delle menti principali del volume è la Morlacchi editore, rappresentata da Gianluca Galli: “Il nostro rapporto inizia il 15 febbraio 2025 con una mail che Matteo ci invia per proporre la sua storia cercando di restituire coi lettori le caratteristiche del personaggio e ciò che lo ha caratterizzato la storia calcistica. In cinque minuti ho dato la mia massima disponibilità per far sì che il progetto nascesse nel miglior modo possibile e dare ai perugini una lettura che possa suscitare emozioni forti. C’è stato un impegno alto da parte di tutti. Volevamo la realtà, avere un personaggio che con le sue doti morali facesse la differenza. Tutto ciò che ha segnato il Perugia di quel periodo. Ringrazio tutta quella squadra per ciò che ha potuto trasmettere e la sua famiglia, Cucinelli che con l’introduzione ha voluto dare un taglio preciso e Sampaolo con cui rivedo molti tratti narrativi di un giornalismo un po’ perduto. Spero che questo libro sia l’inizio di una collana dedicata ai grandi campioni del calcio perugino”.
A scrivere il libro è il giornalista Claudio Sampaolo: “Se Cecco fosse stato titolare avrebbe vinto di sicuro qualche trofeo. È stato anche il miglior terzino italiano, cosa che nessuno a Perugia è riuscito ad ottenere. Lo conoscevo come giocatore e andando avanti con Grazia, Matteo e Gaia è venuta fuori una storia romantica”. Il calcio di oggi è cambiato: “Terzino è una parola romantica che oggi non esiste. Rimane solo il portiere”.
Chi lo ha vissuto sul campo
Uno dei giocatori con cui Ceccarini legò maggiormente è sicuramente Michele Nappi: “Era persona umile, che conosceva i limiti che erano anche i miei. Avevamo bisogno di una concentrazione asfissiante e non potevamo permetterci tentennamenti. Era più facile stare in A avendo qualità tecniche notevole: io e Cecco eravamo due scarponi ma abbiamo giocato insieme sette anni. Ci siamo detti che dovevamo correre e far sacrifici più degli altri per restare a certi livelli. Un aneddoto? Feci un cross e lui segnò. Ramaccioni ci ha preso in giro…”.
Infine Giampiero Molinari, l’ex vice storico di Castagner: “Si rischia di cadere in retorica parlando di chi non c’è più. Nel ’77 in Coppa Italia prese una diffida. Fece una scommessa con D’Attoma secondo cui non sarebbe stato squalificato e così avvenne. Era una persona molto razionale. Aveva le parole scandite ed è stato decisivo per le fortune della squadra”.
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