la statuetta vola in Nuova Zelanda. Al Festival trionfa Rochelle di Tom Furniss

Nella notte di gala dell’Amarcort Film Festival, organizzata quest’anno al Cinema Tiberio, è stato il regista Tom Furniss a portarsi a casa (virtualmente) la statuetta felliniana più prestigiosa: davanti al pubblico delle grandi occasioni, che sabato sera ha lettaralmente gremito la vecchia saletta di San Giuliano, il corto Rochelle ha stracciato la concorrenza.
Rochelle è un vero viaggio emotivo sull’elaborazione del lutto, il racconto di come un giovane riesca ad affrontare una perdita traumatica – la morte di un amico – usando un’auto come simbolo di tutto ciò che resta, per attraversare dolore, colpa, memoria, e provare a trovare una forma di pace e chiusura. Il protagonista Mark, interpretato dall’attore Benjamin Sawyer, decide di iscriversi a un “demolition derby” locale, proprio con la stessa auto – chiamata appunto Rochelle – con cui il suo migliore amico si è suicidato. Un piccolo capolavoro drammatico, applaudito anche per la fotografia cruda e intimista, con cui il regista neozelandese aveva già trionfato a giugno al Milano Film Festival.
Nella categoria Amarcort, oltre al vincitore Rochelle (che si porta a casa anche la menzione speciale della critica), sono stati premiati Burul di Adilet Karzhoev, Amplified di Dina Naser e Ne Me Quitte Pas di Karim Huu Do. Il regista svizzero, già conosciuto per le sue atmosfere surreali e oniriche, si è aggiudicato anche il riconoscimento Menzione Corto Fellini. Menzione Comitato Tecnico per Relocation di Dazhi Huang, Agapè di Matteo Georges El Hani e Va Bene così di Paolo Addario.
Tra i giovani registi under 40 invece è stato premiato Edgardo Pistone che, grazie al suo lungometraggio d’esordio “Ciao Bambino” ha vinto il prestigioso Premio Burdlaz. Un riconoscimento che, come ha ricordato sul palco la direttrice artistica Simona Meriggi è oggi il perfetto alter ego di “Un felliniano nel mondo”: quanto quest’ultimo guarda al passato, celebrando chi ha collaborato con Fellini, tanto il Burdlaz guarda avanti, alla scoperta di nuovi talenti emergenti. L’attrice Anastasia Kaletchuk – che sul palco ha fatto le veci del regista – ha ritirato anche la statuetta per la migliore interpretazione.
Ma scopriamo, categoria per categoria, a chi sono andati tutti gli altri premi della 18esima edizione.
Nella categoria Aldina, aperta alle scuole di cinema, il premio va a Lovers’ Story: fragment(s) di Marta Irene Giotti, mentre per la menzione speciale è stato votato Nothing Serious di Kamil Czudej. Nella medesima sezione, la giuria giovani ha voluto invece premiare Land of The Dead Deer di Anahita Qarcheh e Soroush Javadzadeh.
Nella sezione Rex, quella dei corti d’animazione, trionfa Autokar di Sylwia Szkiladz. Menzione particolare per World Naked Bike Tour di William Bradford e Zarko, You Will Spoil the Child! di Veljko Popovic e Milivoj Popovic.
Tra i documentari e reportage, raggruppati nella sezione Calzinaz, vince After Fentanyl di Rinaldas Tomaševičius. Menzione per I sommersi di Giacomo Venturato.
Per i corti sperimentali della sezione Gironzalon alla fine a spuntarla è stato il progetto Velocità di fuga – About Escape Velocity di Andrea Belcastro. Menzione per How Now, House? di Tess Martin.
Tra i corti short di Gradisca, della durata massima di cinque minuti, ha trionfato Viva Revolution di Alessio Petrillo.
Il videoclip musicale Mai Più di Voìnjako è stato votato come migliore nella sezione Cantarel. Menzione per Sky Deverel – Run di Michelle Brand. Tra i cortometraggi d’animazione per i più piccoli, nella sezione Miranda, la vittoria è andata a Dog Bridge di Jorn Leeuwerink.
Nella sezione Volpina, che premia i cortometraggi incentrati sul movimento e linguaggio del corpo come veicolo, vince Loverdance di Victor Gomez. Menzione: Art of light di Varvara Guzeniuk. Per i cortometraggi della sezione Titta, sul rapporto genitori-figli, la giuria ha premiato Coscine di Pollo di Federico Paolini. Menzione per Agapè di Matteo Georges El Hani.
Miglior Corto italiano a Marcello, del regista Maurizio Lombardi. Il Premio Cinema e Neurodivergenza va invece a My Brother, my brother di Abdelrahman Dnewar e Saad Dnewear. Premio Wonderland a Thing About Kashem di Bijon Imtiaz.
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