La sessuologa Rosamaria Spina sul sesso over 60: «Fate l’amore in età matura: la coppia che non si accoppia, prima o poi scoppia»
Nell’ultimo secolo l’aspettativa di vita si è allungata globalmente di quarant’anni. È una sfida per il sistema pensionistico, assistenziale, per il mercato del lavoro e per il moltiplicarsi delle malattie collegate all’invecchiamento. Ma è anche una fantastica occasione per trasformare la fragilità in un’opportunità di rinnovarsi e di aprirsi a esperienze diverse.
Questo è il focus del Festival Cervello&Cinema, in corso proprio in questi giorni (fino al 17 novembre) all’ANTEO – Palazzo del Cinema a Milano. In questa quinta edizione del progetto ideato da Viviana Kasam, Presidente di BrainCircle Italia, sette capolavori nella storia del cinema cercano di raccontare la nuova realtà dei Baby boomers – altrimenti definiti «Longennials» – arrivati all’età matura, i sogni di eterna giovinezza, la capacità di reinventarsi la vita, ma anche le ostilità dell’ambiente e lo stigma della vecchiaia.
Uno dei tabù che il festival vuole sfatare è quello legato alla sessualità in età matura: venerdì 15 novembre alle 19.30 verrà proiettato il film La casa del sorriso, datato 1991, che precorrendo i tempi, fece scalpore: Adelina e Andrea infatti, sono due anziani, ospiti di una casa di riposo della Romagna, tra i quali nasce un’intesa che con il passare del tempo diventa una relazione malvista dagli altri inquilini e dal personale della casa di riposo. «Il sesso tra anziani è ancora un tabù, ma l’amore e il desiderio non hanno una data di scadenza», commenta Rosamaria Spina, sessuologa e psicologa, che introdurrà la proiezione, insieme allo psichiatra Leo Nahon, già Direttore di Psichiatria, presso l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano.
Abbiamo approfondito con la dottoressa Spina i benefici dell’avere una vita sessuale sana e attiva in età matura, e di come questo non debba più rappresentare l’inusuale, ma la normalità.
Dottoressa, per lungo tempo, si è considerata la fascia d’età post 60 anni – quella che solitamente vede la pensione -, e nel caso delle donne post 50, con il sopraggiungere della menopausa, come invisibile, inutile e ormai spenta. Che cosa è cambiato oggi?
«Se un tempo l’ingresso nei 50/60 anni rappresentava il passaggio all’età matura, momento in cui il grosso di ciò che poteva essere realizzato, era ormai fatto, oggi non è più così. L’allungamento dell’età media e le migliori condizioni di salute hanno generato una nuova consapevolezza di sé. I figli ormai grandi o la pensione non sono più visti come la fine dell’epoca d’oro, ma come l’inizio di un nuovo percorso in cui ci si può dedicare a se stessi. Avere più tempo e più risorse ha originato un nuovo e diverso desiderio di autodeterminazione, in cui l’età cronologica, spesso, è solo un numero che non trova corrispondenza in come ci si percepisce mentalmente e fisicamente».
Allo stesso modo la sessualità era considerata un ricordo, ormai. Oggi invece è cambiata la musica: come si è modificata in questa fascia d’età, anche in base alla trasformazione fisica nei due generi?
«La diversa percezione di sé non riguarda solo l’aspetto fisico e psicologico, ma anche quello sessuale. Se fino a qualche decennio fa si pensava che la sessualità avesse un andamento a campana (raggiunto un suo culmine iniziava, poi, a decrescere), oggi si sa che evolve per l’intero arco di vita, offrendo nuove e diverse possibilità in base alla fase in cui ci si trova. Avere un aspetto più sano e più giovane fa percepire più attraenti. Questo discorso vale per entrambi i sessi che, avendo abbandonato molte delle insicurezze legate all’aspetto fisico che potevano avere da giovani, si sentono più liberi e pronti a mostrarsi e a esplorare. Se da giovani un po’ di pancetta, qualche chilo di troppo o qualche smagliatura poteva far sentire più insicuri, da adulti la percezione di sé cambia. Si impara a essere più buoni con se stessi e l’esperienza acquisita negli anni fa sì che si pensi di meno a quei presunti “difetti” che un tempo potevano rappresentare un ostacolo. Insomma, in fin dei conti, non si ha nulla da perdere, al massimo solo da guadagnare».
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