LA SEGNALAZIONE | “Nessuna privacy. Così ho effettuato lo screening mammografico all’unità mobile” :: Segnalazione a Arezzo
“È stato un vero disagio. Mi sono sentita esposta nella mia intimità e per nulla a mio agio. Per tale motivo, credo che questo servizio che fa male a tutta la nostra sanità debba essere interrotto immediatamente”. Le parole sono quelle di un’aretina che nella giornata di ieri, 20 febbraio, ha effettuato uno screening mammografico presso l’unità mobile presente all’ospedale San Donato di Arezzo.
“Una premessa – afferma – il centro oncologico aretino è una delle nostre grandi eccellenze. In passato, quando ho usufruito del servizio, ho sempre trovato risposte puntuali, accurate e personale di grande professionalità. È dunque con grande rammarico che mi trovo a scrivere di come ieri mi sia trovata in una situazione veramente umiliante. Il servizio appaltato offriva: sala d’aspetto fuori lungo la strada, una mammografia ogni 4 minuti dove le pazienti venivano chiamate in ordine di tempo precisato nell’impegnativa, una presa in carico senza un minimo di privacy, un o sgabuzzino senza spazio per spogliarsi, un altro con il macchinario e un tecnico che, date le dimensioni ridotte dell’abitacolo, non ho visto neppure in faccia. Il tutto, effettivamente, molto celere aspetto del quale il personale addetto si è vantato rimarcando il fatto che erano così efficienti da fare 100 mammografie ogni pomeriggio. Ho fatto presente l’accaduto sia al mio medico che al presidente Calcit Sassoli. Credo che questo servizio che fa male a tutta la nostra sanità debba essere interrotto immediatamente. Se penso che da oggi pomeriggio un’altra fila di donne avrà il trattamento che ho subito io mi si accappona la pelle”.
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