Cultura

la scaletta del concerto a Milano, terza tappa in Italia dopo Roma e Bari


Nuova tappa italiana per i Duran Duran, che dopo i concerti di Roma e Bari approdano questa sera, 20 giugno, a Milano, nell’ambito degli I-DAYS 2025. Il tour celebra quarant’anni dalla storica loro partecipazione al Festival di Sanremo del 1985 con “The Wild Boys” e promette una setlist ricca di classici e brani recenti, in cui non mancherà anche qualche sorpresa.

Inseriti nella Rock & Roll Hall of Fame nel 2022, i Duran Duran sono tra le band più influenti e longeve della musica pop-rock. Con oltre 100 milioni di dischi venduti e 18 singoli entrati nella classifica statunitense, il gruppo ha attraversato quattro decenni di successi, confermando recentemente la propria vitalità anche in Italia grazie all’ultimo album in studio.
Nati a Birmingham nel 1978, i Duran Duran si sono distinti fin dagli esordi per la capacità di fondere musica, immagine e innovazione tecnologica, contribuendo a ridefinire i confini della cultura pop. La loro carriera è costellata di brani diventati simbolo di un’epoca, come “Hungry Like the Wolf”, “Ordinary World” e “Rio”. Celebre anche la loro collaborazione con la saga di James Bond: “A View to a Kill” è l’unico tema della serie ad aver raggiunto la vetta delle classifiche mondiali.
Ad aprire il concerto lo show dei Les Votives.
Questa la probabile scaletta del concerto di questa sera.

 

Night Boat
The Wild Boys
Hungry Like the Wolf
The James Bond Theme
A View to a Kill
INVISIBLE
Notorious
Nite-Runner / All She Wants Is
Lonely in Your Nightmare / Super Freak
Evil Woman
(Electric Light Orchestra cover)
Friends of Mine
Careless Memories
Ordinary World
Come Undone
(Reach Up for the) Sunrise
Planet Earth
The Reflex
Girls on Film / Psycho Killer

Spesso etichettati come effimero fenomeno degli anni 80, i Duran Duran, in realtà, hanno superato tutte le mode passeggere, continuando a sfornare dischi di buon livello e ottenendo anche, nel 2022, l’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame. La loro longevità artistica è il risultato di una continua ricerca sonora che non ha mai rinnegato le origini, ma ha saputo aggiornarsi senza perdere l’identità. Album recenti come “Paper Gods” (2015) e “Future Past” (2021) ne sono la dimostrazione: lavori solidi, pieni di ispirazione e di collaborazioni prestigiose con artisti come Nile Rodgers, Mark Ronson, Janelle Monáe, Giorgio Moroder e Graham Coxon dei Blur. E un rischio ben calcolato è stato anche l’ultimo “Danse Macabre” (2023), il loro sedicesimo album in studio. Un disco a tema Halloween, che mescola cover e inediti con una coerenza sorprendente e un’anima spiccatamente pop-funk.
In concerto, Simon Le Bon si conferma un frontman esperto ed energico, mentre le atmosfere cinematiche create dalle tastiere di Nick Rhodes continuano a definire l’inconfondibile sound dei Duran Duran, sorretto dai groove funky del basso di John Taylor e dalla precisione ritmica di Roger Taylor alla batteria.

Di recente, i Duran Duran sono tornati dove tutto ha avuto inizio, negli storici Abbey Road Studios di Londra, per una nuova sessione di registrazione che sa di déjà-vu e di futuro insieme. Al loro fianco, ancora una volta, Nile Rodgers (Chic), il mago della sei corde che ha contribuito a definire il sound della band britannica negli anni d’oro del new wave. “Questo fine settimana stiamo lavorando con il nostro caro amico Nile agli Abbey Road Studios. Restate sintonizzati…” con queste parole cariche di mistero e aspettativa, Simon Le Bon e soci hanno annunciato sui social il loro ritorno in studio, accompagnando il messaggio con una foto che immortala il quintetto al completo: Le Bon, Roger Taylor, Nick Rhodes, John Taylor e naturalmente Nile Rodgers, l’uomo che quarant’anni fa ha trasformato il loro sound.

La storia di questa collaborazione affonda le radici in una notte australiana del 1983, quando il destino si manifestò sotto forma di una festa a Melbourne organizzata dal leggendario Ian “Molly” Meldrum. Fu lì che i Duran Duran rimasero letteralmente folgorati dall’ascolto di “Original Sin” degli INXS, un brano che portava la firma produttiva di Nile Rodgers. Quella rivelazione sonora fu l’innesco di una delle collaborazioni più fruttuose della storia del pop: Rodgers, già celebre per il suo lavoro con gli Chic e per aver definito l’estetica disco-funk degli anni ’70, venne immediatamente coinvolto nella realizzazione di “The Reflex”, il singolo del 1984 che avrebbe catapultato i Duran Duran verso vette commerciali stratosferiche.
Quarant’anni dopo quella prima, storica collaborazione, il chitarrista e produttore newyorkese torna a lavorare con la band di Birmingham in quello che è forse il tempio della musica mondiale: gli Abbey Road Studios. Gli stessi studi che hanno visto nascere capolavori dei BeatlesPink Floyd e innumerevoli altri giganti della musica. Il teaser social dei Duran Duran lascia aperte tutte le possibilità, mantenendo il mistero su quello che potrebbe essere un nuovo album, un singolo celebrativo o una riedizione speciale. Simon Le Bon e compagni mantengono per ora il riserbo, alimentando la curiosità dei fan che da decenni seguono le evoluzioni di una delle band più longeve e influenti del panorama new wave britannico. Una cosa è certa: quando Nile Rodgers incontra i Duran Duran, la storia insegna che può succedere di tutto. E stavolta lo fa nel luogo più magico della musica mondiale.




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