la saggezza popolare dell’equilibrio quotidiano
Venezia insegna. Questo è un proverbio, un modo di dire, davvero profondo nella sua semplicità: apparentemente descrittivo, in realtà è una metafora sottile sull’equilibrio, sulla media delle cose, sulla capacità di navigare la vita con pazienza e consapevolezza dell’equilibrio.
A volte ci sono modi di dire che sembrano nati per scherzo, come uno che potrebbe sembrare nato per ridere di due amici di statura diversa. Ma spesso, come nel caso di “Un alto e un basso fa un gaìvo”, è proprio dietro le immagini più semplici che si nasconde una filosofia vera e profonda. Dunque parliamo di un proverbio tipicamente veneziano, che parla di misura, di pazienza, di equilibrio, e anche – perché no – di speranza.
Il proverbio
- In dialetto: Un alto e un basso fa un gaìvo
- Traduzione italiana: Un alto e un basso fanno un’andatura tranquilla, un valore buono
- Pronuncia indicativa: /un ˈalto e un ˈbaso fa un ˈgaivo/
Il significato apparente
A prima vista, l’immagine fa sorridere: un uomo alto e uno basso, che camminano insieme. Forse fanno ridere i passanti, forse sembrano male assortiti. Ma camminano. E proprio quella coppia improbabile, alternata nei ritmi e nelle misure, secondo questa filosofia finisce per procedere dritta, stabile, “gaìva”.
Nel veneziano parlato, “andare gaìvo” vuol dire procedere bene, sicuri, senza intoppi. Un’andatura tranquilla, liscia, come una gondola che fila perfettamente dritta sull’acqua calma.
La lettura più profonda
Il proverbio nasconde una filosofia della media: nella vita non tutto va bene, ma nemmeno tutto va male. A volte si prende una soddisfazione, altre volte una delusione. Un colpo in alto, uno in basso… e si va comunque avanti. Magari non perfettamente, ma con un bilanciamento sano, umano, perché la vita è così.
È una lezione di equilibrio emotivo, quasi statistico: ciò che conta non è che tutto sia perfetto, ma che il bilancio complessivo sia positivo, o almeno vivibile perché non negativo. Anche quando le cose vanno storte, si può pensare: “fa niente, il prossimo andrà meglio” — perché un alto e un basso… fanno camminare diritto, alla fine.
Origini e contesto
Nella Venezia del popolo, quella delle calli strette e delle barche cariche, l’idea di equilibrio era tutt’altro che astratta. Il remo tirato troppo da un lato sbilancia la barca. La vita senza misure sbilancia l’animo. I veneziani l’avevano capito bene: per “andar gaìvo”, ci vuole pazienza, senso della misura, e accettazione.
E poi, come spesso accade nei detti popolari, anche l’immagine più concreta – due amici di diversa altezza – diventa simbolo universale: ognuno ha la sua misura, e insieme si può trovare un passo comune, una convivenza possibile.
Attualità e morale
In un mondo che ci vuole sempre al massimo – dei risultati, della felicità, della visibilità – questo proverbio è un invito alla normalità, al senso del ritmo e della continuità. Non importa se oggi va male: domani può andare meglio, e quello che conta è l’insieme. La media.
È un messaggio adatto a tutti: a chi lavora, a chi studia, a chi fa impresa, a chi ama. Una parola di conforto, semplice ma potente.
Conclusione
“Un alto e un basso fa un gaìvo” è un proverbio che sa di saggezza e di acqua calma. Ci ricorda che non si vive cercando solo picchi o evitando i crolli, ma imparando a camminare — o a remare — con fiducia nell’equilibrio. Perché alla fine, tra un colpo in su e uno in giù, si può andare avanti dritti. Gaìvi, appunto
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