“La Russia ha commesso crimini contro l’umanità in Ucraina”: i risultati del nuovo rapporto delle Nazioni Unite
I droni russi che si sono abbattuti nella città di Kherson – conquistata dai russi nel 2022 e ripresa poi dagli ucraini nel novembre dello stesso anno – hanno ucciso più di 200 civili e ne hanno feriti altri duemila nell’ultimo anno. È quanto emerge dal nuovo rapporto della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sull’Ucraina, presentato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per il quale gli investigatori hanno intervistato 226 persone, tra vittime e soccorritori, e hanno esaminato oltre 500 video. La conclusione: i ripetuti attacchi di droni a corto raggio da parte delle forze armate russe nelle aree del fronte ucraino hanno provocato massicce distruzioni e un clima che ha costretto migliaia di persone a fuggire dalle loro case e questi attacchi coordinati indirizzati per colpire intenzionalmente civili e obiettivi civili. Tutti elementi che definiscono queste azioni come crimini di guerra e contro l’umanità, di omicidio e trasferimento forzato di popolazione. La città di Kherson, per quanto sia controllata dagli ucraini, rimane sotto un costante e pesante bombardamento da parte delle forze russe, che si sono ritirate sulla sponda orientale del fiume Dnipro.
“Per più di un anno, le forze armate russe hanno diretto attacchi con droni contro una vasta gamma di obiettivi civili – rileva il rapporto – ferendo e uccidendo civili, causando distruzioni su larga scala e diffondendo il terrore. Tra gli obiettivi c’erano case, edifici medici e infrastrutture al servizio dei civili, interrompendo i servizi essenziali. Anche i soccorritori, tra cui ambulanze e vigili del fuoco, sono stati colpiti, nonostante la speciale protezione offerta loro dal diritto internazionale umanitario, e ciò ha ostacolato la loro risposta”. Il modus operandi descritto dal rapporto è che spesso un primo drone pratica un foro nel tetto, seguito da un secondo che sgancia un esplosivo. Alcuni droni, infatti, trasportano sostanze infiammabili. La Commissione ha identificato gli autori, le unità di droni e le unità militari associate, nonché i loro comandanti, schierati sulla riva sinistra del fiume Dnepr. Appartengono tutti al gruppo di forze “Dnepr” della Federazione Russa. Il rapporto stabilisce inoltre che le autorità russe hanno coordinato le azioni per espellere o trasferire civili dalle aree sotto il loro controllo nell’oblast di Zaporizhzhia, il che equivale a crimini di guerra. Per quanto riguarda le deportazioni e i trasferimenti, gli autori hanno generalmente trattenuto le vittime, sottoposto alcune di loro a torture e confiscato i loro documenti e proprietà, conclude il rapporto.
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