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La riforma sulla caccia di Lollobrigida forse non sarà il Far West, ma ha già scatenato una guerra

Ad opporsi al DDL caccia voluto da Lollobrigida è ora la LIPU, attraverso i dati di un sondaggio.

La riforma sulla caccia di Lollobrigida forse non sarà il Far West, ma ha già scatenato una guerra

Il confronto intorno al DDL sulla caccia che dovrà entrare in vigore il prossimo 15 luglio (e introducendo le sue molte novità fino al 2029), e rivoluzionerà l’attuale legge 157 sta entrando nel vivo e si sta facendo sempre più aspro.

La nuova legge, i cui contenuti abbiano già approfondito, è stata ormai battezzata “spara-tutto”, e vede un fronte unito e agguerritissimo di associazioni ambientaliste e Movimento 5 Stelle, secondo cui la sua approvazione trasformerebbe l’Italia in un far-west, attraverso una deregulation “approvata sotto dettatura dei cacciatori” secondo l’ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali.

Ad unirsi alla protesta è la LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, che presenta i dati di un sondaggio commissionato a SWG, secondo cui 7 italiani su 10 si dicono contrari alla riforma: risultato prevedibilmente rispedito al mittente dal ministro Lollobrigida.

Lollobrigida vs LIPU

caccia

L’assemblea dei soci LIPU è stata l’occasione per presentare i risultati del sondaggio intitolato “Rapporto degli italiani con la biodiversità e l’avifauna” in cui un campione di 1200 soggetti maggiorenni rappresentanti della popolazione di riferimento si è espresso sui contenuti del DDL.

Il 69% degli intervistati si dichiara d’accordo o molto d’accordo che l’unica riforma possibile della normativa in oggetto sia a favore dell’aumento delle tutele per la natura, contro lo 0,9% che dissente.

Ll presidente della Lipu, Alessandro Polinori, commenta: “I dati del sondaggio dicono un risultato di 70 a 1 a favore delle tutele per la natura e fanno capire l’umore degli italiani su questa materia. La caccia è una pratica ormai scomparsa dalla cultura diffusa delle persone, che con il tempo hanno maturato una conoscenza e un rispetto della natura molto forti. Il divario tra pro natura e filo caccia è peraltro destinato a crescere man mano che il progetto di riforma del Governo dovesse effettivamente andare avanti”.

E il prossimo passo è rivolgersi ai diretti interessati: “stiamo per trasmettere i dati del sondaggio alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri Lollobrigida e Pichetto Fratin, affinché possano farsi un’idea più chiara di cosa pensi già oggi il Paese e trarne le conseguenze. E intanto continueremo e rafforzeremo l’azione con il coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste, per impedire che questa pessima iniziativa diventi realtà”.

La risposta del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida non ha tardato ad arrivare, in una nota diffusa dall’ufficio stampa del ministero, secondo cui la LIPU ha faziosamente a mal posto la questione.

“Per come è stato proposto il sondaggio al campione, sorprende che non sia il 100% contrario alla riforma. C’è stata una battaglia mediatica da parte di animalisti e ambientalisti basata su un testo che non è definitivo e in qualche caso basata su veline create ad arte per confondere. Se avessero chiesto a me se si può sparare in spiaggia o cacciare in modo non regolato, anche io mi sarei dichiarato contrario. Le modifiche alla legge 157 che regola la salvaguardia della fauna e l’attività venatoria avverranno in Parlamento, sarà un intervento equilibrato e seguirà le regole della Costituzione”

E anche le compagini politiche che ora si schierano contro la nuova legge sulla caccia vengono liquidate così: “fa sorridere che partiti che hanno chiesto in Parlamento la riforma della 157, sono atti ufficiali ed è facile verificare, ora ne difendano integralmente il testo. La coerenza non è del loro mondo”.


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