Veneto

la ricerca di armonia attraverso musica, meditazione e pace arriva a Venezia

Dopo il trionfo milanese al Conservatorio Giuseppe Verdi, la Wule Symphony Orchestra, la più grande compagnia musicale di monaci Chan al mondo, prosegue il suo tour italiano sotto la direzione del Maestro Shi Wule, figura di riferimento mondiale dello Zen contemporaneo. Un viaggio musicale e spirituale che toccherà alcune delle città più suggestive del Paese, diffondendo un messaggio di pace, empatia e armonia tra Oriente e Occidente.

L’orchestra si esibirà giovedì 23 ottobre al Teatro Duse di Bologna, il 24 al Teatro Sociale di Trento, il 25 al Teatro del Parco Comunale di Follo (La Spezia), per poi approdare a Venezia con due date speciali: il 27 ottobre alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista e il 30 al Teatro Malibran. Proprio il 27 ottobre, nella cornice storica veneziana, è previsto un incontro di dialogo e riflessione tra il Maestro Shi Wule e Leymah Gbowee, Premio Nobel per la Pace, un momento che promette di essere tra i più intensi e simbolici dell’intera tournée.

“Amare è risvegliarsi, agire con bontà è seguire il Dharma, donarsi è realizzarsi”, afferma il Maestro Shi Wule. Parole che racchiudono lo spirito con cui la sua orchestra attraversa il mondo: unendo la disciplina monastica alla forza universale dell’arte musicale.

Un successo che nasce dal silenzio

Il concerto inaugurale del tour, tenutosi lo scorso 12 ottobre a Milano, ha rappresentato un autentico trionfo. Sul palco del Conservatorio Giuseppe Verdi, la Wule Symphony Orchestra ha saputo conquistare il pubblico con una proposta artistica che fonde sinfonia, danza e meditazione in un’esperienza immersiva e contemplativa. L’evento ha avuto un momento di grande emozione con la partecipazione straordinaria del tenore, baritono e direttore d’orchestra Plácido Domingo, insignito alla fine della serata del prestigioso “2025 Wule World Peace Culture Award”.

Il riconoscimento, consegnato dal Maestro Shi Wule, celebra “una voce unica e ineguagliabile, che risuona sui più grandi palcoscenici del mondo e si fa ponte tra Oriente e Occidente, trasformando la bellezza dell’arte in una forza eterna capace di ispirare pace e unire l’umanità”.

Il programma musicale della serata milanese ha offerto un suggestivo percorso attraverso culture e linguaggi diversi. L’apertura è stata dedicata al dialogo tra le tradizioni sinfoniche orientali e occidentali, con brani come l’“Ouverture per la Festa di Primavera”, la Suite “La ragazza dai capelli bianchi”, “Il barbiere di Siviglia”, “España Cañí” e “Capriccio italiano”. Ogni esecuzione è stata pensata come una narrazione: un invito a riconoscere le somiglianze e le differenze tra i popoli, a cercare ciò che unisce piuttosto che ciò che divide.

La performance ha alternato momenti di pura intensità musicale a coreografie di danza e a pratiche di meditazione vocale collettiva, in cui gli artisti e il pubblico hanno condiviso un tempo di respiro e consapevolezza. Il risultato è stato un’esperienza che ha oltrepassato il concetto di concerto per trasformarsi in una vera e propria pratica di pace interiore.

Un tour per l’anima

Le prossime tappe del tour italiano, curate dal critico musicale e mediatore culturale sino-italiano Sean White (Zhang Changxiao), offrono al pubblico l’occasione di vivere un evento fuori dagli schemi tradizionali. Ogni concerto è pensato come un rituale collettivo, in cui la musica diventa meditazione e la meditazione si fa musica.

Le date, tutte con ingresso su prenotazione e donazione libera, rappresentano non solo un momento artistico ma anche un gesto di solidarietà: il ricavato sarà destinato alla creazione di un nuovo centro di meditazione in Italia, un luogo dedicato alla diffusione dell’armonia interiore e allo scambio culturale tra artisti e pensatori di diverse tradizioni.

Per partecipare, è possibile prenotarsi tramite i link indicati dagli organizzatori o scrivendo a:
infochinamusic@gmail.com
specificando nome, data e numero di persone. Le donazioni volontarie contribuiranno a sostenere un progetto che vuole lasciare un segno concreto nel panorama culturale e spirituale del Paese.

Il Maestro Shi Wule: la pace come arte

Nato nel 1948 nella provincia cinese dello Shanxi, Shi Wule è riconosciuto a livello internazionale come uno dei più autorevoli maestri Chan viventi. Figura carismatica e profondamente spirituale, unisce alla pratica meditativa un’intensa attività artistica e culturale. È il fondatore della Wule Symphony Orchestra (WSO), un ensemble che detiene un record unico: è la più grande orchestra monastica mai esistita, come riconosciuto dal Guinness dei Primati.

Sotto la sua guida, la WSO ha portato la propria arte in tutto il mondo, esibendosi in sedi di altissimo prestigio, tra cui l’UNESCO, e ricevendo l’accoglienza personale di Papa Francesco. Il Maestro ha inoltre fondato il Festival Mondiale della Cultura e delle Arti per la Pace, volto a promuovere il dialogo interculturale attraverso la bellezza dell’arte e il linguaggio universale della musica.

La filosofia di Shi Wule si fonda sull’idea che ogni nota, ogni gesto e ogni respiro possano essere strumenti di consapevolezza. “La musica è meditazione in movimento”, ama dire, sottolineando come il suono possa diventare veicolo di compassione e strumento di trasformazione interiore. La sua missione è quella di rendere tangibile il principio buddhista dell’interconnessione, mostrando come l’armonia musicale possa riflettere e ispirare l’armonia tra i popoli.

Sean White: un ponte tra culture

Il tour italiano è organizzato da Zhang Changxiao, in arte Sean White, scrittore, critico musicale e mediatore culturale tra Italia e Cina. Da anni impegnato nel promuovere la musica italiana nel mondo orientale, White ha introdotto in Cina la canzone d’autore di Fabrizio De André e Vasco Rossi attraverso il suo libro Creuza de Mao, che ha riscosso grande successo e ha ricevuto l’apprezzamento dello stesso Vasco.

In qualità di direttore del Centro di Interscambio Culturale Italia-Cina (ICCX) e ideatore del Mandorla Music Festival, Sean White ha curato oltre duecento eventi, portando in Asia artisti italiani di rilievo come Diodato, Malika Ayane, Giovanni Allevi ed Eugenio Finardi. Per il suo impegno nella diplomazia culturale, nel 2016 ha ricevuto il Premio Nazionale “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, a riconoscimento del suo lavoro di dialogo e scambio tra due mondi spesso distanti ma profondamente affini nel linguaggio dell’arte.

Musica come via verso la consapevolezza

La forza della Wule Symphony Orchestra sta nella sua capacità di coniugare la disciplina monastica con l’espressione artistica. Ogni concerto è una meditazione collettiva in forma di sinfonia, in cui i suoni degli strumenti tradizionali orientali si intrecciano con l’orchestra classica occidentale. Il pubblico, avvolto da un’atmosfera di solennità e serenità, è invitato a immergersi nel ritmo del respiro e nella vibrazione del suono.

Non si tratta di un semplice spettacolo, ma di un’esperienza che tocca le corde più profonde dell’animo umano. Le note diventano preghiera, i gesti danza del presente, e il silenzio tra un brano e l’altro assume il valore di una pausa meditativa.

Attraverso la fusione di musica, danza e meditazione Zen, la Wule Symphony Orchestra porta in scena un linguaggio senza confini. È un messaggio di fratellanza che, partendo dai principi del Dharma, arriva al cuore di chi ascolta, trasformando il concerto in un rito laico di riconciliazione e speranza.

Un’armonia che unisce

Il tour italiano della Wule Symphony Orchestra è più di una serie di eventi musicali: è un invito a riscoprire l’ascolto come forma di incontro. In un’epoca segnata da rumori e divisioni, il Maestro Shi Wule propone un ritorno all’essenziale, al ritmo naturale del cuore e della mente.

Attraverso l’arte, la meditazione e il dialogo, l’orchestra dei monaci Chan ci ricorda che la pace non è un traguardo esterno, ma una condizione interiore che si costruisce giorno dopo giorno, nota dopo nota. E che, come insegna il Maestro, “solo chi sa ascoltare il silenzio può davvero comprendere la musica della vita”.


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