La prudenza della marina tedesca: “Evitiamo il Mar Rosso”. E l’Egitto paga i danni degli attacchi Houthi
Berlino ha tenuto a distanza la super-fregata dal Mar Rosso, che non si unisce alla Coalizione militare in funzione anti-Houthi e non transiterà nell’area interessata dall’operazione, in quanto non è in grado di fornire un “ombrello di difesa aerea” estendibile sia alla fregata che alla nave appoggio che l’accompagna. Nel frattempo, mentre le tensioni con i ribelli yemeniti sostenuti dall’Iran non accennano a diminuire, dal Cairo si apprende che la minaccia rappresentata dagli Houthi nella rotta che conduce al Canale di Suez è già costata 6 miliardi all’Egitto, che invece non prende parte a operazioni di carattere militare.
La missione dell’Unione Europea Eunavfor Aspides, finalizzata a garantire la libertà di navigazione e la sicurezza marittima del Canale di Suez e del Golfo di Oman, prosegue senza il contributo diretto delle unità da guerra inviate dalla Germania che, dopo il dispiegamento di due mesi della fregata di classe F124 Sachsen Hessen – provvista di un numero di celle per il lancio missili e sistemi di difesa ravvicinati adeguati alle minacce opposte dai ribelli yemeniti – si è ben guardata anche solo dal far transitare nell’area operazioni la sua fregata Baden-Württemberg. L’unità da guerra Tipo 125 della Marina tedesca che sta facendo ritorno da un esteso dispiegamento nella regione indo-pacifica, evitando quello che viene indicato come un “passaggio potenzialmente pericoloso attraverso il Mar Rosso“. La notizia è stata diffusa in anteprima dal settimanale tedesco Der Spiegel.
La Marina tedesca opta per la massima prudenza
La fregata Baden-Württemberg e la nave di rifornimento Frankfurt am Main intraprenderanno dunque la rotta attorno all’Africa che petroliere e mercantili hanno dovuto affrontare nelle fasi di maggiore tensione nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso, per evitare la minaccia rappresentata dai ribelli Houthi dello Yemen, che potrebbero prendere di mira con missili e droni le unità tedesche “sprovviste” dell’adeguata capacità di “autodifesa estesa contro le minacce di respirazione aerea“.
Secondo quanto riferito da un portavoce del ministero della Difesa tedesco, infatti, la fregata Baden-Württemberg non potrebbe “proteggere efficacemente la nave di rifornimento che è in compagnia“, come riporta nel dettaglio il sito specializzato The War Zone. Una decisione, quella di Berlino, che svela in qualche modo la debolezza della Marina tedesca e la poca fiducia che essa ripone nelle task force alleate schierate nella regione, che non sarebbero dunque “in grado” di fornire a loro volta una difesa adeguata ai due vascelli in transito.
La Baden-Württemberg “non è progettata come una grande nave da combattimento per la difesa aerea“, ha dichiarato il portavoce del ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, che ha approvato la decisione di dirottare le due navi della Marina tedesca “sulla base di una valutazione completa della situazione di minaccia in relazione alle capacità di difesa aerea di entrambe le navi“. La Germania “continuerà a dare contributi sostanziali ad Aspides“, rassicurano da Berlino. Sottolineando come il contributo delle navi da guerra ad Aspides deve essere “soppesato rispetto ad altri impegni operativi della Marina tedesca” che viene coordinato con gli altri partner dell’Unione Europea.
Entrambe le unità della Deutsche Marine, la fregata Baden-Württemberg e la nave di rifornimento Frankfurt am Main, fanno parte dell’Indo-Pacific Deployment Task Group, un progetto di diplomazia di difesa e cooperazione rafforzata per la sicurezza. Segnalato dalla Marina Tedesca come la missione più importante del 2024.
L’Egitto paga la minaccia yemenita
L’Egitto ha stimato in 6 miliardi di dollari le perdite causate dagli attacchi degli Houthi alle navi in transito nel Mar Rosso. A rivelare questo duro colpo per l’economia egiaziana è stato il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdel Aati nel corso di un colloquio con il segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale Arsenio Dominguez. L’Egitto, che non ha preso parte ufficialmente alle operazioni per contrastare le azioni terroristiche dei ribelli yemeniti, sta subendo più di ogni altro stato gli effetti degli attacchi che i ribelli, portando i loro attacchi indiscriminati a navi “appartenenti, collegate o dirette in Israele”, compiono in supporto alla causa palestinese, causando un drastico calo del traffico attraverso il Canale di Suez. Colpendo indirettamente l’economia occidentale e assestando un duro colpo all’economia egiziana.
Il portavoce dei ribelli yemeniti, Yahya Sarea, ha sempre sostenuto che “molte compagnie che operano nel settore della navigazione marittima in qualche modo legate ad Israele“, ma la situazione, che non accenna a modificarsi, è molto più complessa di quanto possa sembrare.
Secondo le informazioni di intelligence, Teheran e Mosca sarebbero coinvolte in questa azione di disturbo perpetrata dagli Houthi, capaci di preoccupare Berlino al punto da far cambiare rotta alle sue navi da guerra.
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