La promessa di Sánchez: “Non succederà mai più”. Ma è bufera sul premier. “Il governo è inadeguato”

La morte di una famiglia di tre persone per intossicazione da monossido, verosimilnente causata dal blackout che due giorni fa ha colpito la Spagna, complica ancora di più il momento del governo guidato dal socialista Pedro Sanchez, già finito nell’occhio del ciclone dopo le polemiche per le 228 vittime delle alluvioni a Valencia nell’ottobre scorso. Per lui questi sono giorni delicati.
Non solo le opposizioni, ma anche la critica e i giornali gli chiedono conto della gestione dell’intrigo che non è ancora stato perimetrato esattamente (se attacco ibrido o incidente tecnico). Nel mezzo la consapevolezza che dopo i guai dello scorso anno, con l’appoggio al governo di Carles Puidgemont ricompensato con l’amnistia, gli scandali giudiziari che hanno colpito moglie e fratello del premier socialista, adesso è lo stesso esecutivo a rischiare nuovamente.
L’interruzione di corrente di lunedì ha causato più panico e paralisi nel governo che nel popolo spagnolo, titola la stampa e il Partito Popolare sottolinea che il blackout dimostra a tutta l’Europa l’incapacità del governo. Le parole del vicesegretario per gli Affari Istituzionali del Pp e vicepresidente del Gruppo Popolare Europeo, Esteban Gonzalez Pons, riecheggiano dal Congresso del Ppe in corso a Valencia e raccontano molto del momento in cui Sanchez si trova. «La Spagna è una nazione che ha uno Stato, ma non un governo, ogni volta che succede qualcosa è lo Stato che salva il popolo spagnolo, senza un governo che ne sia degno» ha aggiunto Pons.
Il primo ministro dal canto suo ha scelto la consueta strategia, già applicata in occasione delle inchieste per corruzione che hanno colpito sua moglie Begoña Gómez e quella per traffico di influenze contro suo fratello David: ovvero il silenzio per un giorno intero, seguito da una doppia apparizione televisiva. Lunedì sera, profondamente imbarazzato, Sanchez ha fomentato ogni sorta di ipotesi per alimentare un intrigo che poi ha tramutato in un attacco contro gli «operatori privati» e le «compagnie di energia nucleare». Tutto pur di non ammettere che qualcosa non ha funzionato. Per questa ragione le opposizioni attaccano a testa bassa.
«Abbiamo un Paese eccellente e un governo sopraffatto. Ancora una volta si sono rifiutati di prendere il controllo» dice Feijoo, che indica la strada alternativa per il futuro, puntando sull’energia nucleare: «Non possiamo dipendere dalle energie rinnovabili». Per Feijóo, Sánchez si è nuovamente rifiutato di prendere in mano la situazione e ha permesso ai presidenti delle comunità autonome, su richiesta, di dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Il corto circuito è (anche) politico.
Il governo spagnolo ha istituito una commissione d’inchiesta sulle cause del mega black-out.
L’organo esaminerà anche l’ipotesi di sabotaggio informatico, nonostante non ci siano «informazioni conclusive che indichino» un evento di questo tipo, ha spiegato il premier Pedro Sanchez. Saranno adottate tutte le «misure necessarie per garantire che ciò non si ripeta» ha assicurato il primo ministro annunciando la creazione della commissione.
Source link