La promessa di asilo in Europa e la ricompensa di 100mila dollari: chi è l’uzbeko che ha ucciso il generale Kirillov
A ventiquattro ore dall’attentato a Mosca che ha ucciso il generale Igor Kirillov e il suo assistente, dopo la rivendicazione di Kiev, resta da chiarire il come sia stato possibile arrivar così vicino a un pezzo da novanta. Per questa ragione la Federazione indaga per terrorismo, cercando di svelare come la mano dello SBU sia arrivata a colpire ad appena sei chilometri dal Cremlino. Intanto, la Federazione ha annunciato che porterà l’omicidio del generale sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 20 dicembre. Lo ha affermato il ministero degli Esteri russo, secondo quanto riporta il Guardian.
L’arresto dell’attentatore
La Russia ha annunciato l’arresto di un cittadino dell’Uzbekistan: “Un cittadino dell’Uzbekistan, nato nel 1995, è stato arrestato, sospettato di aver commesso l’attentato costato la vita al generale Igor Kirillov e al suo assistente Ilia Polikarpov“, rende noto il Comitato investigativo russo, secondo cui il sospetto avrebbe affermato di essere stato “reclutato dai servizi speciali ucraini“. I dipendenti dei servizi speciali ucraini coinvolti nell’organizzazione dell’attacco terroristico “verranno trovati e riceveranno una meritata punizione“, ha sottolineato l’Fsb aggiungendo che il sospettato è stato arrestato nel villaggio di Chernoye, nel distretto di Balashikha e che è accusato di omicidio, attacco terroristico e traffico illegale di armi e munizioni.
I giorni prima dell’attentato
Secondo quanto riporta la Tass, che cita l’Fsb, l’attentatore sarebbe arrivato a Mosca, dove gli sarebbe stato consegnato un ordigno esplosivo improvvisato ad alta potenza., ossia un tipo di bomba artigianale che solitamente contiene componenti facilmente reperibili, come chiodi o vetro.Poi, lo avrebbe posizionato su uno scooter elettrico, parcheggiato vicino all’ingresso della residenza privata di Kirillov. Per monitorare l’indirizzo del generale avrebbe anche noleggiato un’auto in car sharing dove avrebbe istallato una videocamera Wi-Fi. Le riprese, intanto, venivano trasmesse agli organizzatori a Dnepropetrovsk, ha spiegato l’Fsb. Dopo aver ricevuto un segnale video relativo all’uscita degli agenti dall’ingresso, la detonazione sarebbe stata attivato da remoto.
Il reclutmento e la ricompensa
La rappresentante ufficiale del comitato investigativo Svetlana Petrenko ha dichiarato che l’arrestato ha ammesso di essere stato reclutato dai servizi speciali ucraini. Il sospettato avrebbe confessato che che gli era stata promessa una ricompensa di 100mila dollari e assistenza per potersi recare e stabilire in uno dei Paesi dell’Unione Europea. Il defunto tenente generale sapeva di essere braccato, ha dichiarato il governatore della regione di Kostroma, Sergei Sitnikov. Secondo lui, lui e Kirillov erano molto amici: “Qualche tempo fa mi disse che era già stato avvertito che era iniziata la caccia a lui”, ha dichiarato Sitnikov.
Mosca vacilla
In queste ore il Cremlino è in subbuglio. Non è di certo la prima volta che si attenta alla vita di personaggi di spicco dell’establishment, ma la morte di Kirillov porta la guerra in Ucraina un altro livello, innnzitutto per la pubblica ammissione dello Sbu. Accanto a ciò, il fatto che l’intelligence ucraina possa prendere di mira il capo delle forze di protezione dalle radiazioni, dagli agenti biologici e dalle sostanze chimiche dell’esercito russo fuori dalla sua abitazione solleva interrogativi sulla sicurezza russa e su quanto possano estendersi le capacità dell’Ucraina. Nessun luogo è più sicuro: e a Mosca, probabilmente lo si sa da tempo.
Il terzo elemento importante è la frequenza con cui questo sta accadendo: il fatto che l’omicidio di Kirillov sia avvenuto a pochi giorni dall’omicidio di Šatskij dimostra quanto in profondità le spie ucraine siano penetrate in Russia.
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