Veneto

La Parsons Dance arriva al Teatro Verdi di Gorizia


Con una compagnia internazionale si apre stasera, martedì 5 novembre, alle 20.45, la nuova stagione del Verdi di Gorizia che proprio sull’internazionalità punta molto, alla luce dell’imminente appuntamento rappresentato dalla Capitale Europea della Cultura (l’inaugurazione è fissata per sabato 8 febbraio).

Per l’alzata di sipario, Walter Mramor ha scelto un evento coreutico, in continuità con la quinta edizione di “Visavì”, festival di danza transfrontaliero organizzato tra il capoluogo isontino e Nova Gorica dai “suoi” a.ArtistiAssociati che si è concluso da poco sfiorando i 3 mila spettatori totali in termini di presenze e così registrando un incremento del 30% rispetto allo scorso anno.

In particolare, a salire sul palcoscenico sarà la Parsons Dance, fondata nel 1985 dal direttore artistico David Parsons e dal lighting designer Howell Binkley. La formazione è riconosciuta in tutto il mondo per il carico di energia e atletismo che sa regalare alle sue esibizioni. Parsons, tra l’altro, è stato definito dal New York Magazine «uno dei più grandi protagonisti della danza moderna».

L’odierna tappa goriziana, più nel dettaglio, rientra nel “Balance of Power – tour 2024” che include sei pezzi coreografici, classici popolari e apprezzati del repertorio della compagnia, con due novità. Ciò in un mix che, come prevedibile, non mancherà di valorizzare l’intero ensemble e i suoi singoli elementi. Di sicuro, tra i cavalli di battaglia che stasera sarà possibile applaudire figurerà “Caught” definita dalla critica «una delle più grandi coreografie degli ultimi tempi». Si tratta di un assolo sulle note di “Let The Power Fall” di Robert Fripp, con il danzatore che, per effetto di un gioco di luci stroboscopiche, sembra sospeso in aria.

Un altro classico del programma è poi costituito da “Takademe”, assolo del 1996 creato da Robert Battle quando era ballerino della compagnia e che, si legge in una nota dell’organizzazione, «mescola umorismo e movimento acrobatico in una decostruzione accorta dei ritmi della danza indiana Kathak; forme chiare e salti propulsivi imitano le sillabe ritmiche vocalizzate della partitura sincopata di Sheila Chandra».

Il centro della serata verrà poi rappresentato da due nuove produzioni, create quest’anno e presentate in Europa per la prima volta: “Juke” e “The Shape of Us”, ecco i loro titoli.

In particolare, “Juke”, commissionato a Jamar Roberts, già ballerino dell’American Dance Theatre di Alvin Ailey e coreografo residente, è un omaggio a Spanish Key tratto dall’album “Bitches Brew” del leggendario Miles Davis, nonché agli anni Settanta, con le forme psichedeliche che creano una cornice per far risaltare il talento individuale degli artisti.

Sempre attorno alla musica ruota “The Shape of Us”, l’ultima creazione di David Parsons, che vuol essere un viaggio dall’alienazione alla connessione con la musica del gruppo elettronico sperimentale Son Lux, guidato da Ryan Lott, che ha ricevuto una nomination all’Oscar per la colonna sonora del film premio Oscar 2023 “Everything everywhere all at once”. Nell’occasione, i ballerini si esplorano scoprendo la reciproca bellezza e i loro legami comunitari.

“Balance of Power”, che dà il titolo al tour, è invece un recente assolo di David Parsons, che già ha ottenuto un notevole successo. Creato nel 2020, in periodo di pandemia, in collaborazione con il compositore e percussionista italiano Giancarlo De Trizio, mette in luce l’equilibrio di potere tra musicista, danzatore e coreografo. Ogni movimento ha un suo corrispettivo sonoro ed è accordato a uno specifico suono delle percussioni, dall’inizio in sordina fino al frenetico finale. E chiude il programma un altro lavoro di Parsons che mostra la sua visione artistica: “Whirlaway”, commissionato nel 2014 per celebrare Allen Toussaint, il fenomeno musicale di New Orleans. Sulle note che spaziano dal rock al blues, passando il jazz, la coreografia è un continuo alternarsi di assoli, passi a due, a quattro, a sei, a otto, con coppie che si rimescolano continuamente, come se si divertissero spensieratamente in una danza giocosa. —

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