Lazio

La pace è urgente. Aspettiamo Sala in Italia


Tanti Auguri


Nel tradizionale discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica ha tracciato un bilancio del 2024 e lanciato un appello accorato al Paese, invitando gli italiani a coltivare speranza, rispetto e responsabilità in un tempo segnato da guerre, disuguaglianze e sfide globali.

La forza della speranza, oltre ogni difficoltà

Stiamo vivendo un’epoca di attesa per un tempo nuovo, che speriamo migliore,” ha esordito il Capo dello Stato, sottolineando il valore della speranza come motore per affrontare i complessi problemi del presente.

Con parole profonde, il Presidente ha richiamato l’urgenza di una pace globale, che non sia sinonimo di resa, ma fondata sul rispetto dei diritti umani e sulla libertà di ogni popolo.

Un messaggio che si fa ancora più potente alla luce delle guerre in corso: dai feroci bombardamenti in Ucraina, alle tragedie umane come quella di Gaza, dove una bambina di pochi giorni è morta assiderata proprio durante la notte di Natale. “Mai come ora la pace grida la sua urgenza,” ha affermato con forza.

Un’Italia tra luci e ombre

Il discorso ha poi virato verso il bilancio nazionale. Se da un lato si registrano segnali positivi, come l’aumento dell’occupazione e il successo dell’export e del turismo, dall’altro permangono criticità che minano il tessuto sociale.

Giovani costretti a emigrare per mancanza di opportunità, servizi pubblici disuguali tra Nord e Sud, e un sistema sanitario in cui troppi rinunciano alle cure per motivi economici.

La scienza offre possibilità straordinarie,” ha evidenziato, “ma non possiamo accettare che una visita medica salvavita diventi un privilegio.”

Roma- Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del discorso di fine anno, oggi 31 dicembre 2024. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Un richiamo al rispetto

Tra i passaggi più toccanti del discorso, l’invito a fare del “rispetto” la parola chiave del nuovo anno. Rispetto per la vita, per i lavoratori, per i diritti di ogni individuo, compresi i detenuti, troppo spesso costretti a vivere in condizioni disumane.

Il Presidente ha poi rivolto un pensiero ai giovani, spesso intrappolati tra precarietà e disorientamento, ma portatori di energia e creatività. “Ascoltiamo il loro disagio, ma diamo loro risposte concrete,” ha dichiarato, sottolineando come questa incertezza contribuisca alla crisi delle nascite, una delle emergenze più gravi per il futuro del Paese.

Un patriottismo quotidiano

Nel suo discorso, il Presidente ha valorizzato il contributo di tutti coloro che ogni giorno costruiscono l’Italia: dai medici che lavorano in condizioni difficili, agli insegnanti, agli imprenditori responsabili. “Patriottismo non è solo una parola: è il sacrificio di chi serve il Paese con dedizione e valori.

Ha poi elogiato lo spirito sportivo degli atleti italiani alle Olimpiadi, un simbolo di eccellenza che va oltre i confini dello sport.

Uno sguardo al futuro

Infine, il Capo dello Stato ha esortato a trarre insegnamento dai valori della Costituzione e dalla memoria storica della Liberazione, che nel 2025 compirà 80 anni.

La speranza non è un’attesa passiva,” ha concluso. “La speranza siamo noi: le nostre scelte, il nostro impegno, la nostra libertà.”

Con un richiamo alla solidarietà e alla coesione, il Presidente ha salutato il Paese, invitando tutti a trasformare le difficoltà in opportunità e a camminare insieme verso un futuro più giusto e umano.


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