Salute

la nutrizionista Silene Pretto sfata i miti per la “prova costume”

Dalle diete fai da te dell’ultimo minuto ai mixmiracolosi” che promettono un corpo pronto per l’estate in poche settimane, se non giorni. Negli ultimi scampoli di primavera, quando già il caldo si fa sentire, i social, in particolare Tiktok, si riempiono di promesse per chi cerca, prima dell’estate, di rimettersi in forma all’ultimo minuto. Miti e leggende che, per lo più, non solo risultano essere inutili ma, anzi, rischiano anche di far male e peggiorare le condizioni di benessere del malcapitato utente social. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Silene Pretto che proprio dei social ha fatto il suo mezzo di comunicazione principale con oltre 500mila follower su Instagram e oltre 600mila su Tiktok.

Lei è nutrizionista e sui social racconta come vivere uno stile di vita alimentare sano, senza eccessive restrizioni. Qual è la sua filosofia nella nutrizione?

La mia filosofia è semplice: il cibo deve essere un alleato, non un nemico. L’obiettivo è imparare a trovare uno stile di vita sano ed equilibrato, ma anche sostenibile nel tempo e soprattutto compatibile con la vita di ogni persona. Nessun alimento ‘proibito’ in assoluto. Il cibo è anche convivialità e va vissuto in armonia con amici e famiglia, non c’è nulla che non possiamo fare. L’importante è imparare a capire quali sono le nostre esigenze, conoscere il nostro corpo, ascoltarlo e trovare il giusto equilibrio tra nutrizione, piacere e benessere. Il cibo ha anche un valore emotivo e sociale: va rispettato, non temuto.

Ha scritto diversi libri e continua a lavorare in studio, ma i social sono il suo principale mezzo di comunicazione. Come hanno cambiato la professione? E a cosa bisogna stare attenti comunicando attraverso di loro?

I social hanno reso accessibile l’informazione, hanno permesso a tante persone di avvicinarsi al mondo della nutrizione, a imparare cose nuove, a sfatare miti e trovare nuove consapevolezze. Quello che però è necessario dall’altra parte è passare messaggi corretti con evidenze e basi scientifiche, è una grande responsabilità. Non si può far passare il messaggio che esistono rimedi miracolosi. Spesso, online, si semplifica troppo o si lanciano messaggi estremi per “fare visualizzazioni” quindi bisogna fare attenzione. Da parte di chi fa i video bisogna avere un certo tipo di mentalità e rispetto dell’utente che deve imparare a discriminare e razionalizzare. Niente va bene per tutti.

Arriviamo al tema caldo, l’estate e i consigli “last minute” per un “corpo da spiaggia”. Cosa pensa dei tanti, forse troppi, “suggerimenti” che circolano online?

L’idea del “corpo da spiaggia” è una trappola psicologica. Non esistono rimedi miracolosi né scorciatoie: chi inizia a cercare di perdere i chili per l’estate a maggio o giugno ha concettualmente sbagliato. Bisogna lavorare sulle proprie abitudini e sul quotidiano tutto l’anno. Il benessere è un percorso continuo, non stagionale. Diete drastiche dell’ultimo minuto o cambiamenti radicali per 2 o 3 settimane sono sconsigliati. Il nostro valore non va legato alla prova costume e con le “soluzioni” last minute si rischia di compromettere la salute fisica e mentale. Il miglior consiglio? Costruire, giorno dopo giorno, abitudini che ci facciano sentire bene tutto l’anno. E ricordarci che il nostro valore non dipende dalla taglia del costume.

Sfatiamo ora alcuni miti: dimagrimento lampo, diete chetogeniche fai da te, eliminazione di alcuni alimenti come farine raffinate o zucchero bianco. È d’accordo?

Ogni approccio estremo, specie se fai-da-te, non è corretto. Alcuni percorsi vanno bene, se seguiti da specialisti, a meno che non si tratti di semplici aggiustamenti dell’alimentazione. Fare una chetogenica o eliminare determinati gruppi di nutrienti senza controllo non va bene. Le chetogeniche sono nate come diete curative, il fatto che ora si siano diffuse così tante è dovuto al fatto che danno un risultato molto rapido, ma se non fatte bene possono portare a carenze o squilibri nutrizionali e soprattutto una volta che poi vengono reintrodotti determinati alimenti tendono all’effetto opposto, cioè riprendere i chili con gli interessi. Eliminare totalmente alcuni alimenti demonizzati non è positivo: va trovato un equilibro e un compromesso. Non bisogna privarci di ciò che ci piace perché si instaura un brutto rapporto col cibo che può portare a disturbi alimentari. Molto meglio lavorare su quantità, frequenza e qualità generale della dieta, piuttosto che vivere di privazioni rigide e insostenibili.

A proposito di disturbi alimentari, su TikTok ci sono esempi estremi, con “sfide” che invitano a mangiare anche solo 300 kcal al giorno. Ora il social ha bloccato l’hashtag “skinnytok” sotto il quale venivano raccolti video che promuovevano diete estreme anche da 300 calorie al giorno, trucchi per ignorare la fame ed esercizio fisico eccessivo. Insomma video pro anoressia. È un segnale che fa ben sperare o serve altro?

È un piccolo passo nella direzione giusta. Può essere positivo ma non è abbastanza. Eliminando un hashtag non si risolve il problema. Servirebbe molto di più: portare l’educazione alimentare già nelle scuole, anche con un supporto psicologico accessibile così che i giovani capiscano che il nostro valore non è dato dal numero sulla bilancia o dal nostro fisico. Sui social si tende a fare confronti e si è creata un’immagine ancora più standardizzata, e questo porta fuori strada. Serve la prevenzione, già dalle elementari, perché ora l’esordio dei disturbi alimentari inizia già a 8/9 anni, dal Covid la situazione è degenerata. Anche chi lavora sui social deve essere responsabile e cercare di veicolare un messaggio corretto: è più importante avere un fisico in salute che non uno che rientra in determinati canoni. Servirebbe una vigilanza sui contenuti digitali, più filtri anche nei commenti da parte delle piattaforme. Instagram e tiktok dovrebbero mettere un filtro.

Tra i tanti video anche spinti dall’algoritmo, tanti promuovono prodotti miracolosi che promettono di far dimagrire. Cosa ne pensa?

I rimedi miracolosi, i prodotti per dimagrire sono sempre esistiti, ora con i social il problema si è acuito. Se esistessero i rimedi “miracolosi” non esisterebbe neanche il mio lavoro, purtroppo nulla fa il miracolo. Ci sono integratori utili, ma non esistono integratori, polverine o tisane che facciano perdere peso in modo veloce senza un cambiamento nello stile di vita. Bisogna diffidare da chi vende i miracoli. Spesso sono marketing puro, a volte anche rischiosi per la salute. Per ottenere risultati bisogna cambiare abitudini e mettersi d’impegno, un impegno quotidiano per lavorare su alimentazione, movimento, sonno e gestione dello stress. Non ci sono scorciatoie.

Tra i rimedi “magici” per dimagrire ci sono anche consigli che possiamo considerare “sempre verdi”, dal bicchiere di acqua e limone la mattina, ai periodi detox fatti solo di frullati o frutta, fino al “digiuno intermittente”. Cosa ne pensa?

Acqua e limone? Va bene se piace, ma non “scioglie i grassi”. Non fa male, va ad alcalinizzare l’organismo ma non scioglie i grassi. I detox a base di frullati, o solo frutta, non vanno bene perché portano squilibro al corpo che è perfettamente in grado di depurarsi da solo se lo trattiamo bene ogni giorno. Il digiuno intermittente, invece, può essere una strategia che se fatta in modo bilanciato e sotto controllo nutrizionale e medico può dare risultati, ma non è una strategia che va bene per tutti e non va improvvisato. Se io in quella finestra oraria mangio più del mio fabbisogno, sicuramente non perdo peso. Ogni strategia va sempre valutata in modo personalizzato. Le diete uguali per tutti vanno evitate.

Lavorando molto sui social, ci sono altri metodi che vede circolare e che sconsiglia categoricamente?

Sì. Oltre a spendere soldi in rimedi miracolosi, sconsiglio tutte le diete ipocaloriche estreme (quelle da 800-1000 kcal al giorno) che rischiano solo di rovinare il metabolismo, oppure i reset metabolici improvvisati, i digiuni prolungati, oppure appunto chetogeniche o digiuni fatti a caso, così come i piani alimentari “uguali per tutti”, le sfide a chi perde più peso in meno tempo. Tutti metodi che rischiano solo di alterare il metabolismo, creare disturbi alimentari e allontanare dalla serenità con il cibo. Per esempio tutti quelli che sono i “What i eat in a day” sono deleteri perché fanno vedere una realtà giusta per una persona ma non per me, e possono creare pensieri sbagliati sull’alimentazione e squilibri.

Anche l’allenamento fa parte del percorso del benessere e tra i vari video che si vedono ci sono anche le famose “challenge”.

Come nell’alimentazione anche nell’allenamento non esistono cose che danno risultati nel breve periodo. Anche in questo caso andrebbe personalizzato. Molte persone lo vivono in modo pesante, quindi non bisogna costringerci in qualcosa che non ci piace. L’importante è fare qualcosa che ci piace e da poter mantenere nel tempo. Non esiste l’allenamento che ti fa venire gli addominali in due settimane, non esiste il pilates che ti definisce il corpo in un mese. Determinate zone poi sono molto resistenti all’alimentazione e all’allenamento quindi a volte per migliorarle c’è bisogno di anni. Se le “challenge” vengono viste come spinta per avvicinarsi allo sport va bene, ma non si può pretendere che due settimane di allenamento e nutrizione possano fare la differenza.

Sta arrivando anche in Europa dagli Usa la “ozempic-mania”, un farmaco per pazienti diabetici che promette dimagrimento. Cosa ne pensa?

Ozempic è un farmaco nato per il diabete e oggi usato anche nell’obesità grave, quindi va preso sotto stretto controllo medico. Ce ne sono anche altri perché si sta studiando in questa direzione per chi al livello metabolico ha questi problemi. Va visto come uno strumento, non una soluzione magica. Il problema nasce quando persone sane, senza indicazione clinica, lo usano per “perdere qualche chilo” in modo rapido e lo usano per non impegnarsi. Questo non solo è pericoloso, ma rischia di trasmettere messaggi sbagliati sull’accettazione corporea e sull’importanza di lavorare sulle cause del sovrappeso.

In conclusione, come suggerisce di affrontare la tanto temuta “prova costume”?

La ‘prova costume’, ripeto, è una trappola psicologica. Serve amore per se stessi. La vera “prova costume” è imparare ad avere un buon rapporto con il proprio corpo ogni giorno dell’anno, senza confronti con gli altri. Se vogliamo prenderci cura di noi in vista dell’estate, facciamolo con gradualità, equilibrio e consapevolezza, non con ansia e privazioni. Il miglior risultato? Sentirsi bene nella propria pelle, a prescindere dalla bilancia.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »