“La nostra sia una comunicazione disarmata” – BarlettaLive.it
“Carissime e carissimi, domenica 1° giugno 2025, solennità dell’Ascensione del Signore, in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. In questa occasione, mi piace fare questa similitudine: come Gesù Risorto attraversa lo spazio e il tempo per tornare al Padre al fine di inaugurare l’ingresso nella storia della terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo, Spirito di Pace e di Verità, così il mondo delle comunicazioni sociali, fatto innanzitutto di persone e poi di strumenti, opera nello spazio e nel tempo, e oggi di più nelle nuove frontiere eteree del digitale, per rendere un servizio di informazione, di verità, di pace nella comunità umana.
Ma questo servizio, molto spesso, purtroppo, non persegue queste finalità! Si tinge di colori diversi, foschi, problematici, divisivi, come diceva Papa Francesco nel suo messaggio per la presente giornata, consegnatoci il 24 gennaio u.s. nella Festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori nel campo della comunicazione, dal titolo “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1PT 3, 15-16)” : «In questo nostro tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti, mi rivolgo a voi nella consapevolezza di quanto sia necessario – oggi più che mai – il vostro lavoro di giornalisti e comunicatori. C’è bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo».
Nel rinviare alla lettura integrale del messaggio, qui mi preme evidenziare il tratto fondamentale che la comunicazione deve darsi per essere autenticamente umana: essere cioè “disarmata”! Lo affermava Papa Francesco in questo suo scritto, ma anche Papa Leone XIV, quando pochi giorni fa, con precisione il 12 maggio, incontrando i rappresentanti dei media, parlò di una comunicazione “disarmata e disarmante”! Che felice assonanza quella dei due Pontefici!
Una comunicazione mite, non ostile, aperta alla cultura della cura! Che sappia guardare i volti, andare in profondità nello studio e nell’analisi di quanto accade nella storia; che eviti i massimalismi; che sappia individuare il bene che può essere accanto al male; che non faccia di ogni erba un fascio; che non cerchi ad ogni costo un nemico, anzi che si prefigga di «risanare le ferite della nostra umanità». Una comunicazione che parta dal “cuore” e dia “speranza”: «Dare spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita ma sboccia e cresce nei luoghi più impensati: nella speranza delle madri che ogni giorno pregano per rivedere i propri figli tornare dalle trincee di un conflitto; nella speranza dei padri che migrano tra mille rischi e peripezie in cerca di un futuro migliore; nella speranza dei bambini che riescono a giocare, sorridere e credere nella vita anche fra le macerie delle guerre e nelle strade povere delle favelas».
Una comunicazione “disarmata” non solo da parte di chi opera in questo mondo, ma anche e soprattutto da parte ci ciascuno di noi, come singole persone, come comunità ecclesiale e società civile. Una comunicazione che, per noi cristiani, trova il fondamento e la sorgente della nostra speranza nel Signore Gesù, Vangelo della carità!
Un pensiero particolare va a chi nel nostro territorio lavora nel campo delle comunicazioni sociali, sia all’interno della comunità ecclesiale e sia al di fuori di essa! E’ un pensiero di profonda gratitudine per quello che fate e il ruolo che ricoprite! Vi incontro in tanti nell’esercizio del mio ministero di pastore di questa Chiesa particolare! E ne sono contento! Prego per tutti! Su di voi e le vostre famiglie invoco la benedizione del Signore!”.
+ Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo
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