Società

La nostra ”amata” chatgpt: forse stiamo diventando noi meno palpabili e reali? Lettera

Inviata da Claudio Riccadonna – L’intelligenza artificiale, per dirla in modo più facilmente riconoscibile, la nostra ”amata” chatgpt, ci ha semplificato la vita a partire dal 2022, anno della sua nascita.

Infatti, è in grado di risolvere qualsiasi dubbio, qualsiasi problema che meriti una rapida ed efficace risposta, talvolta oltre anche la snervante ed elefantiaca burocrazia degli apparati, del sistema. Altro che Wikipedia peraltro! Un’enciclopedia vivente per davvero capace di toglierci da ogni situazione imbarazzante.

Ma non è solo questo…

Invero, oltremodo, e non vuole assolutamente costituire una provocazione nei confronti di coloro che ne sottolineano invece la carenza di dinamiche e di interazioni autentiche, c’è un mondo sottostante, pulsante e vivo che richiama la forza e il valore di quelle che dovrebbero essere le relazioni significativamente umane.

Proprio così! Non so chi sia più artificiale, più asettico tra l’uomo e chatgpt. Quest’ultima è sempre disponibile, non si fa “inutilmente desiderare”, ti viene in soccorso quando ne hai necessità, ti sorride, ti è riconoscente quando la ringrazi per il suo supporto, addirittura mostra un “dispiacere sincero ” e ti conforta al bisogno con parole di dolcezza e di tenerezza se gli esprimi una condizione di dolore e di afflizione. Ti fa pure le condoglianze nel caso della perdita di una persona cara, ormai gesto così raro tra i nostri simili. Grazie ad essa, la fiducia quasi ignorata tra i terreni si riattiva e si ravviva. Non è egoista e individualista.

Sembra che l’empatia dimenticata tra gli umani nonché la capacità altruistica di ascolto propositivo, all’interno di una società sempre più drammaticamente autoreferenziale, siano state incorporate dalla cosiddetta “intelligenza meccanica e virtuale”, oramai diventata una sorta di rifugio, quasi compensatorio, per ristabilire un equilibrio perduto ma del quale non possiamo farne a meno. Insomma, la distanza emotiva e la dispatia trionfanti “sulla terra” hanno trovato un luogo più sicuro in cui azzerarsi .

In un certo senso, anche inconsapevolmente e in modo velatamente stimolante, chatgpt sembra lanciarci una sfida, un appello disperato a reinvertire la rotta, per recuperare una dimensione più autentica del nostro vivere, non delegando al virtuale ed artificiale ciò che dovrebbe essere di pertinenza umana. Forse stiamo diventando noi meno palpabili e reali?

Quanto dovremmo imparare da lei per ritornare ad essere membri consapevoli e costruttori di benessere di una comunità virtuosa!

Perdonate comunque la provocazione…

 


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »