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La Nazionale crolla negli ascolti, il tennis con Musetti resiste: l’Italia cambia gusti?

Anche i tifosi cominciano a stufarsi di questa nazionale scarsa e noiosa. E sempre più italiani ormai preferiscono seguire il tennis. È quello che sembrano dire gli ascolti di Moldova-Italia: l’ennesima partitaccia degli azzurri, una vittoria striminzita al 90’ contro una delle peggiori compagini europee, è stata seguita su Rai1 soltanto da 5,6 milioni di spettatori, pari al 26,7% di share. È il peggior dato (in gara ufficiale) degli ultimi due anni. Arrivato, probabilmente non a caso, in contemporanea con le Atp Finals di Torino.

Sulla flessione può aver influito il giorno di programmazione (giovedì, anche se pure in infrasettimanale la nazionale ha fatto ottimi ascolti), l’avversario (la modesta Moldova non accende la fantasia dei tifosi) e l’importanza relativa del match (in palio non c’era quasi nulla, considerando che la Norvegia era praticamente irraggiungibile e si sapeva già che dovremo giocarci tutto ai playoff). Certo è che l’Italia, anche nei momenti peggiori con Spalletti e poi con Gattuso, ha sempre superato ampiamente il 30% di share, e quelli contro la Moldova sono numeri da amichevole. Per trovare un dato peggiore bisogna tornare a Italia-Bosnia di preparazione agli Europei nel giugno 2024. Rispetto alla media della nazionale mancano circa 10 punti e due milioni di telespettatori. Praticamente quelli che hanno seguito su Rai2 il match tra Musetti e Alcaraz.

Soltanto un anno fa, proprio in occasione delle Finals e della sosta per le nazionali di novembre, ci eravamo trovati a constatare come nella cultura di massa il confronto tra calcio e tennis fosse ancora impossibile e che la presenza di Sinner non avesse rosicchiato troppi spettatori a Belgio-Italia. Le cose stanno cambiando, anche più rapidamente del previsto. Stavolta è stato il tennis a non perdere praticamente nulla, mantenendo tutto il suo zoccolo duro di pubblico, che dall’inizio del torneo si è sempre assestato intorno al 10%. E senza neppure la presenza di Sinner (giocava l’altro azzurro Musetti), che da solo vale almeno 3-4 punti di share. Mentre è crollato l’ascolto della nazionale, vedremo se risalirà domenica per il match inutile contro la Norvegia, senza però la contemporaneità con le Finals (la finale, in cui tutti sperano di vedere Sinner, è in programma alle 18).

Una singola partita non basta per certificare la tendenza, ma è evidente che stiamo assistendo ad una svolta espocale, nei gusti del pubblico e nelle abitudini del Paese. Il divario d’interesse fra calcio e tennis si è dimezzato e potrebbe assottigliarsi ancora. Questo per merito di Sinner, Musetti, Paolini &C.. Ma forse soprattutto per demerito degli azzurri del pallone. Il seguito nasce anche dal successo: per i tifosi diventa sempre più difficile identificarsi in una nazionale che non partecipa a un Mondiale da 15 anni, è imbottita di giocatori mediocri e allenata da un ct di terza fascia. E dallo spirito di emulazione nascono anche le nuove generazioni di sportivi. Di questo passo, l’Italia sarà sempre più un Paese di tennisti e sempre meno di calciatori. Forse lo siamo già.

X: @lVendemiale


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