la musica che fa bene raccoglie oltre 158 mila euro per la ricerca
Una notte di musica, passione e solidarietà ha acceso Venezia lo scorso 25 ottobre, quando le Tese delle Nappe dell’Arsenale si sono trasformate in un palcoscenico vibrante di energia per “Venezia Sounds” 2025. Il music party benefico, promosso dalla Fondazione Giancarlo Ligabue e da Medicine Rocks, ha riunito migliaia di persone e oltre trenta protagonisti della scena rock e pop italiana, raggiungendo un risultato straordinario: 158.000 euro raccolti a sostegno della ricerca oncologica. Una cifra record, più del doppio rispetto alla precedente edizione, che sarà destinata a finanziare gli studi sull’immunoterapia oncologica dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, guidato dal professor Antonio Sica, e le ricerche biomediche avanzate del VIMM – Veneto Institute of Molecular Medicine, dirette dalla scienziata Cecilia Laterza.
L’evento, realizzato con la collaborazione del Comune di Venezia e Vela Spa, e con il patrocinio della Regione del Veneto, ha confermato come la musica possa diventare un potente strumento di unione e di impegno civile. Nelle antiche Tese dell’Arsenale, tra giochi di luce e applausi, il pubblico ha vissuto un’esperienza che ha intrecciato emozione, memoria e speranza.
Il palco di “Venezia Sounds” ha ospitato una line up di altissimo livello, diretta artisticamente da Samuel Romano dei Subsonica, che ha portato sul palco anche la sua band per un live travolgente. Accanto a loro, i Planet Funk, i Casino Royale, i The Originals – formazione nata dall’unione di Africa Unite e The Bluebeaters – e i Les Votives, giovanissimi protagonisti emersi da X Factor. A completare la serata, l’elettrizzante DJ set di MACE e le note funk di Saturnino, per un crescendo di suoni e ritmi che hanno fatto ballare tutta la città.
Ma il momento più atteso è arrivato con lui: Lorenzo Jovanotti, che ha voluto partecipare per amicizia e per convinzione personale, regalando al pubblico un’esibizione carica di energia e gratitudine. Con “Io penso positivo” e una contagiosa “cumbia veneziana”, Jovanotti ha ribadito dal palco l’importanza della libertà della ricerca scientifica, auspicando che “scienza e ricerca restino territori liberi”. Le sue parole, unite all’entusiasmo del pubblico, hanno trasformato l’Arsenale in un luogo di festa e consapevolezza.
L’edizione 2025 di “Venezia Sounds” è stata dedicata, come sempre, alla memoria di Tomaso Cavanna, manager musicale veneziano scomparso prematuramente nel 2019, la cui passione continua a ispirare l’associazione Medicine Rocks. “Volevamo dare futuro alla speranza – ha spiegato Edy Campo, presidente di Medicine Rocks – e vedere come il pubblico e gli artisti abbiano risposto con tanto calore è la prova che la musica può davvero cambiare le cose”.
Un entusiasmo condiviso anche da Inti Ligabue, presidente della Fondazione Giancarlo Ligabue, che ha sottolineato come l’iniziativa si inserisca perfettamente nella missione della Fondazione: “Promuovere ricerca, conoscenza e cultura in tutte le loro forme. Con Venezia Sounds abbiamo unito scienza e musica, passione e solidarietà, dimostrando che la città può essere un luogo dove il cuore e la mente si incontrano”.
Oltre all’aspetto musicale, l’evento è stato un modello di collaborazione tra istituzioni, imprese e volontari. Dietro le quinte, 102 professionisti hanno lavorato per settimane: tecnici, fonici, backliner, fotografi, videomaker, addetti alla logistica e alla produzione. A loro si sono aggiunti 30 volontari e 22 studenti degli istituti professionali veneziani, che hanno contribuito all’organizzazione della serata. Un grande impegno collettivo che ha coinvolto 42 sponsor, di cui 20 tecnici, e 30 partner locali tra mondo imprenditoriale e istituzioni. E i numeri parlano anche della partecipazione del pubblico: 8.600 preparazioni di street food e 3.000 litri di birra serviti, in un clima di festa e condivisione che ha invaso l’Arsenale.
“Venezia Sounds” ha riportato la musica rock e pop italiana nel cuore storico della città dopo decenni, trasformando le Tese dell’Arsenale in un simbolo di rinascita culturale. Il pubblico, formato da appassionati, famiglie e turisti, ha risposto con entusiasmo a un evento che ha saputo coniugare intrattenimento e impegno sociale. Il successo della manifestazione testimonia quanto la città di Venezia, pur con le sue complessità logistiche, resti un luogo capace di ospitare grandi appuntamenti contemporanei.
La spontaneità degli artisti ha regalato momenti unici: l’improvvisata performance collettiva di Samuel Romano, Alioscia dei Casino Royale e i membri di Africa Unite e The Bluebeaters ha infiammato il pubblico, dimostrando che la musica, quando nasce dal cuore, non conosce barriere. In platea, tra sorrisi e abbracci, si respirava un senso di comunità raro, quello che solo i grandi eventi solidali riescono a generare.
Con un ricavato più che raddoppiato rispetto al 2024, “Venezia Sounds” conferma la sua crescita e la sua importanza nel panorama degli eventi benefici italiani. La somma raccolta sarà devoluta interamente alla Fondazione Humanitas per la Ricerca, per sostenere progetti innovativi nel campo dell’oncologia e delle neuroscienze. “Ogni euro – ha ricordato il professor Sica – contribuisce a costruire nuove possibilità terapeutiche per i pazienti e per le loro famiglie. Sapere che dietro c’è il battito di migliaia di persone è una motivazione straordinaria per chi fa ricerca”.
In un’epoca in cui la solidarietà rischia di essere soffocata dall’indifferenza, “Venezia Sounds” dimostra che l’arte e la musica possono ancora essere veicoli di speranza concreta. La città lagunare, con la sua bellezza senza tempo, si è fatta scenario di un evento che ha unito generazioni e sensibilità diverse, ricordando a tutti che la musica può davvero fare bene – non solo a chi la ascolta, ma anche a chi, grazie ad essa, potrà avere una nuova possibilità di vita.
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