La mia nomina non è un esperimento e la Pace è un’urgenza
Dopo la nomina ad assessora è stata bersagliata da pesanti insulti razzisti attraverso il web. Ora Hiba Alif, studentessa nata e cresciuta a Ravenna da genitori originari del Marocco, candidata alle elezioni nella lista di Alleanza Verdi Sinistra, prende carta e penna spiegando in una lunga lettera cosa ha vissuto in queste ultime ore. Hiba Alif è stata nominata assessora a Politiche giovanili, Agenda 2030 (futuro sostenibile), Politiche abitative, Pace.
Così si rivolge ai suoi concittadini. “Le voci che si sono levate in questi giorni – alcune di sostegno, altre di critica – sono tutte tessere di un mosaico più grande: quello di una città che si interroga sul proprio futuro. Ed è proprio di questo che voglio parlarvi. Non del passato che divide, ma del futuro che unisce. Quando cammino per le strade di questa città, la mia città, dove sono nata, cresciuta, dove ho imparato a sognare, vedo una Ravenna che pulsa di energia giovanile spesso inascoltata. Vedo ragazze e ragazzi che hanno idee brillanti per la sostenibilità ambientale, che immaginano spazi urbani più vivibili, che inventano soluzioni digitali per problemi antichi”.
“La mia nomina non è un esperimento – prosegue -: è un riconoscimento. È il riconoscimento che l’energia, la creatività, l’urgenza del cambiamento non possono più aspettare in anticamera mentre il mondo corre veloce verso sfide che richiedono risposte nuove. Tra le deleghe che mi sono state affidate c’è l’Agenda 2030. Non la vedo come un elenco di buone intenzioni, ma come una mappa del tesoro dove il tesoro è il pianeta che lasceremo ai nostri figli. Ogni obiettivo di sviluppo sostenibile è una promessa che Ravenna può mantenere: dalle energie rinnovabili che già illuminano le nostre case, all’economia circolare che può trasformare i nostri rifiuti in risorse”.
“Immagino una Ravenna dove ogni giovane possa permettersi una casa dignitosa, dove le politiche abitative non siano solo numeri su un bilancio ma risposte concrete a chi sogna un futuro nella propria città natale. Immagino quartieri dove generazioni diverse si incontrano, si parlano, si arricchiscono a vicenda. Mi è stata affidata anche la delega alla Pace. Qualcuno l’ha chiamata “fuffa”. Io la chiamo urgenza. Perché la pace non è solo l’assenza di guerra: è la presenza di giustizia sociale, è l’inclusione che sconfigge la paura dell’altro, è la cultura che vince sull’ignoranza”.
“So che molti si chiedono se sia giusto affidare responsabilità così importanti a chi ha vent’anni. La mia risposta è semplice: guardate il mondo con gli occhi di chi ci dovrà vivere per i prossimi settant’anni. Vedrete che l’urgenza del cambiamento non può aspettare la gradualità dell’esperienza. Non sono qui per rappresentare solo i giovani. Sono qui per rappresentare quella parte di ogni ravennate – giovane o anziano – che crede che si possa fare meglio, che si debba osare di più, che si possa sognare in grande pur rimanendo con i piedi per terra. Oggi vi propongo un patto. Non vi chiedo di fidarvi ciecamente di me, ma di fidarvi della vostra stessa capacità di cambiamento. Vi chiedo di lavorare insieme per una Ravenna che sia faro nel Mediterraneo: per la sostenibilità, per l’innovazione, per l’accoglienza, per la pace. Chiudo con una promessa che è anche una sfida: giudicatemi per quello che farò, non per quello che sono. La mia età, le mie origini, il mio genere non sono né debolezze né punti di forza: sono semplicemente parte di chi sono. Ma quello che conta davvero è quello che faremo insieme per questa città”.
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