Veneto

“La Memoria delle Piccole Cose”, opera prima di Nadeia De Gasperis sospesa tra poesia e prosa

In un tempo dominato dalla velocità, dalle notifiche che si accavallano e da una digitalizzazione pervasiva che spesso ci allontana da noi stessi e dagli altri, arriva un libro che si prende il lusso di rallentare. Anzi, che ci invita a farlo. Si intitola La Memoria delle Piccole Cose, ed è il debutto narrativo di Nadeia De Gasperis per I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, realtà editoriale indipendente attenta a progetti coraggiosi e voci autentiche.

Con una scrittura che fonde la delicatezza della poesia con l’incisività della prosa, De Gasperis compone un mosaico di racconti, ricordi e riflessioni che toccano il cuore. La sua non è una narrativa che urla: è un sussurro gentile, ma capace di scardinare, con la forza dell’empatia, le corazze dell’indifferenza. Un libro che si fa spazio nella memoria del lettore come un profumo d’infanzia, come la luce calda di un pomeriggio d’autunno.

Un esordio letterario che ha il sapore dell’urgenza

Nadeia De Gasperis non è nuova alla parola scritta: laureata in Scienze Ambientali, con alle spalle esperienze nel giornalismo e nel reportage sociale, aveva già pubblicato Il Giardino di Gezi e altri racconti nel 2017 per Aurora Edizioni. Ma con La Memoria delle Piccole Cose raggiunge una nuova maturità espressiva, mostrando una voce narrativa intensa e insieme sobria, sempre centrata sul dettaglio che svela il tutto.

Il volume si presenta come una raccolta di racconti brevi, talvolta veri e propri frammenti lirici, che restituiscono scene di vita quotidiana, microcosmi umani colti nel momento in cui diventano rivelazione. Non c’è intento pedagogico né ambizione moralistica, ma uno sguardo limpido, pieno di meraviglia e compassione.

Il valore dell’ordinario: un gesto, un incontro, una parola

Tra le pagine del libro troviamo piccoli quadri di vita che si rivelano carichi di significato. Come nell’episodio – riportato anche nella presentazione dell’opera – in cui l’autrice incrocia una coppia di giovani rifugiati sotto la pioggia. L’uomo fa un gesto semplice, accoglie la donna sotto il suo braccio. Lei si rifugia sul suo petto. Un gesto d’amore, sì, ma anche di resistenza, di cura. Quando la ragazza sorride all’autrice e la saluta in un italiano perfetto, si crea un cortocircuito di umanità. De Gasperis lo racconta così:

“Non si è schermata dalla pioggia, ma da tutte le sciagure della terra.”

Questa capacità di leggere il profondo nel fugace, di cogliere l’eco universale nel dettaglio minimo, è forse la cifra più autentica di questo libro. Ogni frammento è un invito ad affinare lo sguardo, a essere presenti. A riconoscere, in ciò che a prima vista sembra marginale, la presenza viva e vibrante di ciò che ci rende umani.

Una scrittura che accarezza, scuote, consola

Il linguaggio di De Gasperis è denso e poetico, ma mai forzatamente letterario. L’autrice maneggia con maestria le metafore, le immagini, le analogie che arricchiscono il testo senza appesantirlo. La felicità viene descritta come “un dono di ubiquità”, il ricordo come qualcosa che risiede nel cuore (non a caso “recordari” in latino significa “richiamare al cuore”).

Non mancano riflessioni sulla precarietà, sull’indifferenza, sull’ingiustizia sociale, ma sempre affrontate con uno sguardo che cerca la luce, che non si arrende. L’autrice, pur partendo da episodi personali – la vita a Sora, i suoi incontri, i ricordi familiari – riesce a toccare corde universali: l’amore, la memoria, la solidarietà, il dolore, la forza della gentilezza.

Un invito a ricordare, con il cuore

Il titolo dell’opera – La Memoria delle Piccole Cose – è già una dichiarazione poetica. Qui la “memoria” non è un semplice accumulo di ricordi, ma una forma di consapevolezza attiva. È l’arte di non lasciar passare invano i gesti, le parole, gli incontri. È un esercizio del cuore che chiede presenza, ascolto, lentezza.

In questo senso, il libro si offre anche come uno strumento contro la superficialità imperante, contro quella disattenzione cronica che ci porta a vivere in apnea. Ogni testo è un invito a “ricordare meglio”, a guardare le persone negli occhi, a non smettere di farsi domande.

Una voce necessaria nel panorama editoriale contemporaneo

L’uscita di La Memoria delle Piccole Cose conferma l’impegno della casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni nel sostenere voci originali, non omologate. Fondata e diretta da Stefano Donno, l’editrice salentina si è distinta negli ultimi anni per la qualità dei suoi titoli e per la capacità di scoprire autori capaci di parlare al presente con autenticità e rigore.

Anche la scelta della fotografia di copertina – Jonathan Livingston, opera del fotografo G. De Gasperis – rispecchia il tono dell’opera: una tensione verso l’alto, verso ciò che ci eleva, pur restando radicati nella terra delle nostre fragilità.

Un libro da leggere, rileggere e donare

La Memoria delle Piccole Cose è molto più di una raccolta di racconti. È un oggetto da custodire, una lanterna da accendere nei giorni in cui la vita sembra smarrire il suo senso. È uno di quei testi che, una volta chiusi, continuano a parlare. Che insegnano – senza mai salire in cattedra – a fare spazio dentro di sé, a non archiviare ciò che ci fa tremare il cuore.

Un passaparola inevitabile, destinato a crescere di lettore in lettore, come accade solo con le opere che davvero incontrano il bisogno profondo di senso di chi le sfoglia.


Scheda Libro
Titolo: La Memoria delle Piccole Cose
Autrice: Nadeia De Gasperis
Editore: I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
Fotografia di Copertina: “Jonathan Livingston” di G. De Gasperis
Genere: Narrativa / Racconti poetici
Pagine:
Distribuzione: Disponibile presso librerie indipendenti, store online e sul sito dell’editore


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