Abruzzo

la lettera di un medico dopo i fatti della Asl


“Come medico ospedaliero, sento il dovere di esprimere profonda indignazione per i recenti attacchi mediatici rivolti ai miei colleghi, esposti pubblicamente alla gogna mediatica senza il rispetto della presunzione di innocenza, un principio cardine del nostro Stato di diritto”. A scriverlo è la dottoressa Roberta Aquilani, medico ospedaliero del SS. Annunziata in una lettera aperta inviata alla stampa dopo la diffusione della notizia dei due medici indagati per il decesso di un paziente avvenuto nell’ospedale di Chieti nel 2023 mentre era in attesa di una prestazione di cardiologia interventistica. In questi giorni la Asl 02  ha avviato un’indagine interna.

“Non possiamo accettare che semplici avvisi di garanzia vengano trattati come condanne definitive, alimentando un clima di sfiducia e ostilità nei confronti di professionisti che, ogni giorno, dedicano la propria vita alla cura degli altri” evidenzia la dottoressa Aquilani.

Che aggiunge: “Lavoriamo con turni massacranti, spesso senza riposo, affrontando enormi sacrifici per garantire assistenza ai pazienti. Eppure, la nostra dedizione viene screditata da titoli e articoli che rischiano di favorire una lettura che lede la nostra dignità professionale. Questo tipo di comunicazione non solo colpisce noi medici, ma esaspera gli animi dei cittadini, portando sempre più spesso a episodi di violenza fisica e verbale contro di noi, casi di cui la cronaca quotidiana, anche della nostra Regione, è piena.  Il bene del paziente deve essere sempre al primo posto, ma per garantirlo è fondamentale che il nostro ambiente lavorativo sia sereno ed equilibrato, privo di conflitti interni che generano solo ulteriori disagi e preoccupazioni per chi opera in prima linea.  La stampa ha una grande responsabilità nel modo in cui rappresenta i fatti ma in questo periodo anche di più. La libertà di cronaca è sacrosanta, ma non può trasformarsi in uno strumento per distruggere indistintamente la reputazione di chi ogni giorno si impegna con passione e competenza. Articoli superficiali e accusatori non fanno che minare il rapporto di fiducia medico-paziente, già reso fragile da un sistema sempre più complesso”.  

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La lettera continua così: “Difendere il sistema sanitario nazionale significa non solo proteggere i suoi professionisti, ma anche tutelare i cittadini che ne usufruiscono, garantendo loro un sistema efficiente, accessibile e di qualità. Sempre più medici, sfiniti e scoraggiati, stanno abbandonando il sistema pubblico a causa del carico di lavoro insostenibile, stipendi poco attrattivi e un crescente peso medico-legale. Non possiamo permetterci di perdere ulteriori risorse.  

Rivolgo un appello alla stampa, ai colleghi e ai cittadini: fermiamoci a riflettere. Serve unità, comprensione e collaborazione per costruire un sistema che tuteli i pazienti e i professionisti che li assistono. Solo lavorando insieme – conclude il medico ospedaliero – potremo garantire un servizio sanitario efficace e giusto per tutti”.


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