Abruzzo

la lettera aperta dell’Usb contro la legge di Bilancio


Una dura presa di posizione contro la legge di Bilancio del governo Meloni e la direzione che, secondo l’Unione sindacale di base, sta prendendo la politica economica nazionale, con forti ripercussioni anche sull’Abruzzo. Con una lettera aperta rivolta a forze politiche, sindaci e cittadini, la federazione Usb Abruzzo e Molise denuncia “l’inaccettabile deriva verso un’economia di guerra” e propone un cambiamento radicale.

“La manovra – si legge – punta tutto sul riarmo e sull’aumento della spesa militare, mentre salari, pensioni e servizi pubblici continuano a perdere terreno. L’Abruzzo, già in difficoltà, ne uscirà ancora più penalizzato”.

Nella lettera vengono elencati i principali indicatori di fragilità economica e sociale della regione: disoccupazione giovanile in crescita, aumento della cassa integrazione, fuga dei giovani, calo demografico, povertà energetica e abitativa, crisi del sistema sanitario e scolastico, infiltrazioni criminali, disuguaglianze di genere e inflazione record.

“No alla riconversione industriale in chiave bellica – scrive l’Usb – l’industria delle armi non è una soluzione occupazionale. La nostra regione ha bisogno di investimenti su lavoro, welfare, diritti e servizi”.

Tra le proposte lanciate: salario minimo di 2.000 euro mensili, riduzione dell’orario lavorativo a 32 ore settimanali, pensione a 62 anni, edilizia popolare con un milione di case, abolizione dell’Iva sui beni di prima necessità, tassazione reale dei profitti bancari, affitti parametrati ai salari, regolarizzazione dei lavoratori migranti, e il rifiuto del decreto sicurezza.

In vista dello sciopero generale del 28 novembre, l’Usb invita cittadini e istituzioni a partecipare alla manifestazione che si terrà a Pescara, in piazza Unione, alle ore 10: “È il momento di dire basta. Servono scelte radicalmente diverse, fatte insieme, dal basso”.


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