«La legge vieta volti travisati, va osservata»

LORETO L’episodio delle quattro donne col niqab invitate da un consigliere comunale a scoprire il volto perché «la legge non lo consente» ha acceso un dibattito che da piazza della Madonna è subito rimbalzato sui social, polarizzando le reazioni.
Le reazioni
Da un lato c’è chi rivendica la necessità di garantire riconoscibilità negli spazi pubblici; dall’altro chi teme il rischio di stigmatizzare un’intera comunità ed escludere le donne più vulnerabili dagli spazi di socialità e integrazione. Una frattura netta, che conferma quanto il tema del velo islamico integrale resti – non solo a Loreto – un terreno delicato, dove sicurezza, libertà individuali e identità culturali si intrecciano senza confini tracciati. Il cuore della vicenda, però, è normativo. Sebbene Fratelli d’Italia abbia recentemente presentato una proposta per vietare niqab e burqa nei luoghi pubblici, con sanzioni da 300 a 3mila euro, in Italia il divieto di circolare con il volto coperto esiste già ed è stabilito dalla legge 152 del 1975 e dall’articolo 85 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza.
Il nodo
Norme tuttora in vigore, pensate in un contesto lontano da quello attuale e applicate negli anni in modo disomogeneo, con ampi margini di interpretazione. È in questa zona grigia che si inserisce il caso di Loreto, riportando al centro la domanda più controversa: cosa rientra davvero nel travisamento e fino a che punto un simbolo culturale, per quanto opinabile, può diventare per lo Stato un ostacolo alla sicurezza? Chiamato in causa dal consigliere d’opposizione Gianluca Castagnani (SiAmo Loreto), che sollecita un’ordinanza comunale rivolta anche agli esercizi commerciali per vietare l’accesso a chi ha il viso nascosto, il sindaco Moreno Pieroni sceglie di aprire alla discussione.
«Loreto è una realtà che ha fatto della solidarietà e dell’accoglienza la propria bandiera», premette. Poi chiarisce le sue priorità: «Nel rispetto dovuto a tutti, esiste però una norma nazionale che vieta di travisare il volto, e quella norma va rispettata». Il passo successivo sarà sedersi attorno allo stesso tavolo per capire se e come procedere. «Il consigliere ha sollevato un tema che merita attenzione – prosegue –. A priori non ho nulla in contrario alla sua proposta. Mi trovo in sintonia sulla necessità di dare applicazione alla legge italiana, ma serve equilibrio. Lo incontrerò per modulare insieme un eventuale testo, che abbia come obiettivo prioritario la sicurezza».




