Salute

La legge contro la crudeltà sugli animali nasconde una gigantesca contraddizione

Crudeltà sugli animali finalmente bandita. Il Senato ha approvato una legge che cambia la giustizia animale in Italia: “Pene più severe, misure antimafia, una banca dati nazionale per tracciare chi maltratta, traffica o uccide. Un tributo a chi non può parlare”, commenta il Messaggero di venerdì 30 maggio. Le misure sono le seguenti: pene fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa per chi uccide un animale, reclusione fino a due anni per i maltrattamenti; 4 anni di carcere e multe fino a 160.000 euro per chi organizza combattimenti clandestini; pene fino a 2 anni e 30.000 euro per chi guarda o scommette. Ancora: da 4 a 18 mesi di carcere e multe fino a 30.000 euro per chi traffica cuccioli.

Esulta la deputata Michela Vittoria Brambilla, da sempre impegnata sul fronte della protezione. Ed esulta anche il centrodestra, parlando di rivoluzione copernicana, invocando Gandhi e la celebre frase sul fatto che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. Tutto bene, dunque?

Per la verità non tanto. Perché se questa legge è certamente benvenuta, perché se i crimini che persegue, finalmente crimini veri, non come quelli “inventati” dal governo in questi mesi contro le categorie invise, sono veramente crimini odiosi e sono stati fino ad oggi – incredibile – parzialmente o totalmente impuniti, non si può non notare una gigantesca contraddizione dello stesso centro destra proprio sul fronte della protezione animale.

Proprio pochi giorni fa, infatti, le associazioni LIPU, ENPA, WWF Italia, LAC hanno pubblicato un comunicato stampa allarmatissimo, dichiarandosi in rivolta contro il disegno di legge che sta per arrivare in Consiglio dei ministri, totalmente e platealmente a favore dei cacciatori e contro la fauna selvatica. Una riforma governativa “devastante“, scrivono, dettata dalle frange più estreme dell’associazionismo venatorio.

Il governo Meloni si è sempre distinto per le sue simpatie verso i cacciatori, ma questa riforma è davvero estrema: la caccia da attività ludica diventerebbe una pratica che concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema; si estendono enormemente le aree cacciabili, le regioni sarebbero obbligate a ridurre le aree protette se ritenute eccessive; vengono riaperti gli impianti di cattura dei richiami vivi, una pratica aberrante; verrebbe consentita la caccia nelle aree demaniali come spiagge, foreste, praterie con rischio per turisti e escursionisti; le gare di caccia sarebbero consentite anche di notte; si aumenterebbero i periodi di caccia; nelle aree private la caccia si potrà esercitare senza regole; la caccia sarà consentita dopo il tramonto e anche su terreni innevati; le guardie giurate di banche e supermercati potranno uccidere animali; sono previste 900 euro di multa per chi protesta contro le uccisioni di animali.

Sono solo alcune delle misure, neanche tutte, e a leggerle ovviamente è evidente il contrasto totale e ai limiti dell’assurdo con la legge approvata ieri. Perché delle due l’una: o gli uccelli e la fauna selvatica non sono animali, oppure bisognerebbe dichiarare che esistono animali di serie a e di serie b. Il ministro Matteo Salvini su Twitter ha esultato dicendo che finalmente i nostri amici a “4 zampe saranno protetti”. Quindi, forse, si vogliono proteggere solo gli animali domestici, magari solo quelli a quattro zampe (canarini e criceti avvisati)? Cioè animali “buoni”, mentre quelli sconosciuti, che popolano campagne e foreste, i milioni di uccelli sono invece “cattivi”, quindi degni di essere uccisi e torturati? Come si fa a non vedere una contraddizione così totale? Come al solito, il centrodestra fa le cose male, in maniera ideologica e dunque insensata.

La fauna va protetta tutta, altrimenti che senso ha esultare e parlare di rivoluzione copernicana? Invece questo governo continua a strizzare l’occhio, e molto di più, a cacciatori.

Sì, a questo punto davvero si può dire, se la legge andrà in porto e non verrà ritirata e se continuerà la strenua difesa dell’attività venatoria in tutte le sue forme, che esistono animali di serie a e b. D’altronde, le leggi del governo già esprimono spesso e volentieri un atteggiamento diverso tra persone e persone: tanto per fare alcuni esempi, migranti, carcerati, ambientalisti sono trattati peggio di altri e con particolare accanimento, come evidenzia il ddl Sicurezza appena approvato (che invece dà maggiori tutele legali alla polizia, cosa che appare sinceramente incostituzionale). Figuriamoci, dunque, se si fa problemi a distinguere tra animali e animali.

Come diceva Orwell, e qui in senso letterale, “tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali degli altri”.


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