La legge antiviolenza scolastica non è la svolta: nel primo trimestre 19 aggressioni a professori e dirigenti
Le aggressioni a professori e dirigenti della scuola diminuiscono leggermente, ma continuano nonostante le nuove disposizioni del governo verso i casi di violenza contro il personale scolastico. È quanto emerge dai dati pubblicati dalla rivista specializzata La Tecnica della Scuola forniti dallo stesso ministero dell’Istruzione e del Merito: se nel 2022/23 erano stati segnalati 36 episodi di aggressioni e lo scorso anno il numero è salito a 68. Verso la fine del 2023/24, nel marzo scorso, è entrata in vigore la Legge 25 sostenuta dal deputato leghista Rossano Sasso che disse: “Chi tocca un docente tocca lo Stato”. Tuttavia, i primi numeri dell’anno in corso non fanno ben sperare: da settembre ad oggi si sono avuti già 19 casi (circa 6 al mese in media, contro i quasi 7 del 2023/2024).
Nel corso della presentazione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, che si celebra domenica 15 dicembre, a viale Trastevere hanno fornito dati interessanti: da settembre scorso le “vittime” a scuola sono state in prevalenza insegnanti, in quattro casi sono stati colpiti anche i dirigenti scolastici. Le regioni con più episodi violenti sono state Lombardia e Campania; a seguire, Sardegna e Lazio.
Eppure tra le nuove misure adottate, figura la multa da cinquecento a diecimila euro per chi aggredisce docenti e personale. Con la sentenza di condanna per i reati commessi contro un dirigente scolastico o un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, oltre all’eventuale risarcimento dei danni è prevista la riparazione pecuniaria, in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa. Non solo.
La Legge 25 è intervenuta con modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e ha previsto l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, con compiti di monitoraggio, studio, informazione e sensibilizzazione. Lo scorso mese di settembre proprio in occasione dell’approvazione in Parlamento delle nuove disposizioni sul voto in condotta, il ministro Valditara aveva detto: “La legge approvata dal Parlamento rappresenta un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti. Ringrazio i gruppi parlamentari di maggioranza per questo importante risultato. Con la riforma, il comportamento degli studenti peserà ai fini della valutazione complessiva del percorso scolastico e dell’ammissione agli esami di Stato. Cambia l’istituto della sospensione, vi sarà più scuola e non meno scuola per lo studente che viola le regole della civile convivenza; per i casi più gravi vi sarà l’impiego in attività di cittadinanza solidale. Il nostro obiettivo è sostenere il lavoro quotidiano dei docenti e di tutto il personale scolastico perché ai giovani siano chiari non solo i diritti, ma anche i doveri che derivano dall’appartenere a una comunità, a iniziare dal dovere del rispetto verso l’altro”.
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