La Lazio crolla all’Olimpico e la testa della classifica si allontana
Brutta battuta di arresto per la Lazio in campionato che perde con l’Inter con il punteggio tennistico di 6 a 0. Dopo aver a lungo accarezzato l’idea di potersela giocare con le più forti del campionato, la Lazio si risveglia al cospetto di un’Inter tanto cinica quanto concreta.
La Lazio dura 28 minuti. Poi un malore di Gila, costretto ad abbandonare il campo (probabilmente nausea e un giramento di testa per lui), complica i piani della squadra romana soprattutto sul piano difensivo.
Gigot, subentrato a Gila, non sembra entrare con il piglio giusto e appena un minuto dopo il suo ingresso perde un pallone sanguinoso in mezzo al campo che non si trasforma in goal solo grazie all’imprecisione nell’episodio di Mkhitaryan.
Otto minuti dopo, in una mischia in area su calcio d’angolo per l’Inter, è lo stesso Gigot che tocca la palla con un braccio e Chiffi fischia – dopo aver rivisto l’episodio al monitor – il calcio di rigore a favore dell’Inter.
Al dischetto si presenta Calhanoglu che con un destro potente e preciso batte Provedel portando in vantaggio l’Inter.
Nei dieci minuti successivi si assiste al vero e proprio spartiacque della partita.
La Lazio, infatti, vuole subito recuperare lo svantaggio e si getta con veemenza verso l’area interista esponendosi pericolosamente al contropiede dei neroazzurri e soprattutto perdendo compattezza e ordine in mezzo al campo.
Ingenua la Lazio a voler subito rimediare al goal subito e troppo esperta invece l’Inter per non volerne approfittare.
E così, dopo soli 4 minuti dal rigore realizzato da Hakan Calhanoglu, è lo stesso centrocampista turco a dare l’avvio all’azione del raddoppio interista aprendo sulla destra per Dumfries che serve un millimetrico pallone a Dimarco dal lato opposto che di sinistro al volo fissa il punteggio sul 2 a zero, con la Lazio che va negli spogliatoi in piena confusione.
Nel secondo tempo le difficoltà della Lazio diventano, se possibile, ancora più evidenti anche perché – dopo l’intervallo- oltre a Gila la Lazio è costretta a rinunciare a Gigot e a schierare Marusic come centrale al fianco di Patric, vista anche l’indisponibilità di Romagnoli, neanche convocato per la gara da Baroni.
Al netto delle assenze comunque pesanti (oltre a Romagnoli ricordiamo il forfait di Vecino, Castellanos e Dia, se pur portato in panchina ma comunque non utilizzato) le scelte di formazione di Baroni non convincono del tutto.
Soprattutto non convince l’idea di schierarsi con un 4-2-3-1, con Pedro alle spalle di Noslin. Pedro e Noslin sin dall’inizio della gara non sembrano infatti garantire copertura in fase di non possesso come abitualmente riesce a fare la coppia di attacco Dia – Catellanos.
Per questi motivi la Lazio appare da subito troppo vulnerabile nelle ripartenze dell’Inter, una vulnerabilità solo in parte coperta dal dinamismo di Guendouzi e di Rovella e soprattutto di Gila, almeno fino a quando è rimasto in campo.
Il secondo tempo diventa dunque una via crucis per i tifosi della Lazio che certamente si sarebbero risparmiati volentieri.
Messa la partita sui binari giusti nel primo tempo, nel secondo tempo l’Inter può fare quello che gli riesce meglio: andare negli spazi in velocità per sfruttare gli inserimenti dei suoi attaccanti e dei suoi centrocampisti. È così che con l’inserimento di Barella, su bell’invito di Calhanoglu (ancora lui), la squadra nerazzurra al 51’ porta il risultato sul 3 a zero sfruttando un gran tiro di controbalzo da fuori da parte del numero 23 nerazzurro.
Con il 3 a zero di Barella cala il sipario sulla partita. La Lazio esce completamente dalla gara lasciando l’Inter fare quello che vuole.
E così che la Lazio incassa altri 3 goal: al 53’ da Dumfries, che batte Provedel con un facile colpo di testa, al 77’ con Carlos Augusto, subentrato pochi minuti prima ad Alessandro Bastoni, che ruba palla a Tchaouna e in area conclude con il mancino spiazzando il portiere biancoceleste e infine al 90’, con Thuram, che sfruttando una palla verticale di Mkhitaryan supera Marusic e di potenza incrocia con il destro fissando il punteggio sul 6 a zero finale.
Sconfitta pesante, dunque, per la Lazio chiamata già sabato a Lecce a mostrare una reazione e a dare risposte. La sensazione a caldo è che le “tossine” di questa pesante sconfitta non siano però facilmente metabolizzabili.
Il lavoro che attende Baroni nei prossimi giorni, soprattutto sulla testa dei giocatori, appare quanto mai complicato.
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