La Giunta regionale dà l’ok alla manovra fiscale
La Giunta regionale ha approvato oggi, 25 marzo, la riforma dell’addizionale regionale Irpef, che introdurrà dal 2025 aliquote differenziate per fasce di reddito. L’obiettivo è rendere il sistema fiscale regionale più equo e, secondo le proiezioni del MEF, aggiornate alle tendenze demografiche e fiscali, la misura avvantaggerà oltre 488.000 contribuenti, pari al 72,23% della popolazione fiscale abruzzese.
Le nuove aliquote Irpef regionali per il 2025 saranno le seguenti:
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1,63% per i redditi fino a 28.000 euro
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3,23% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro
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3,33% per i redditi superiori a 50.000 euro
Questa riforma permetterà alla Regione di ottenere un maggior gettito stimato in circa 44,7 milioni di euro.
“In Abruzzo pagherà di più solo chi può permetterselo – ha dichiarato il presidente Marsilio – una scelta concreta per rafforzare i principi di equità e giustizia sociale. Questa riforma dimostra che è possibile coniugare rigore e giustizia sociale. Abbiamo scelto di alleggerire la pressione fiscale su oltre il 70% degli abruzzesi, sostenendo le fasce più fragili, i lavoratori e il ceto medio. L’Abruzzo tutela i più fragili e investe nel futuro. Un fisco più giusto deve essere una realtà concreta per la nostra Regione che ritengo che possa essere comprensibile dalla popolazione abruzzese. Chiediamo oggi un sacrificio solo a chi è in grado di farlo”.
Dalla Regione fanno sapere che il presidente sta promuovendo una riforma della ripartizione delle risorse del Fondo sanitario nazionale, attualmente basata su un criterio pro capite che penalizza regioni come l’Abruzzo, caratterizzate da un territorio montuoso e una bassa densità di popolazione.
Grazie alla nuova struttura fiscale, i redditi medio-bassi beneficeranno di una riduzione della pressione fiscale rispetto al 2024: l’aliquota per i redditi fino a 28.000 euro scenderà dall’1,73% all’1,63%.
A titolo esemplificativo, il risparmio stimato sarà:
Tra i 488.000 contribuenti che pagheranno meno o non subiranno aumenti rientrano operai, impiegati, insegnanti e forze dell’ordine, le cui fasce reddituali (tra i 20.000 e i 28.000 euro) saranno salvaguardate dalla riforma.
Il contributo maggiore sarà richiesto ai redditi più elevati: per chi guadagna tra 28.001 e 50.000 euro, l’aliquota aumenterà dell’1,50%, mentre chi supera i 50.000 euro contribuirà con l’aliquota massima del 3,33%.
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