La giunta regionale approva il piano di dimensionamento scolastico. Ma le polemiche non si placano
Lo scorso 23 dicembre, a poche ore dalla vigilia di Natale, è arrivato il via libera definitivo al piano di dimensionamento scolastico 2025/26, che prevede in tutto 23 autonomie scolastiche da tagliare, come da linee guida ministeriali.
Un piano che ha subito suscitato proteste tra opposizione e studenti, ma che la giunta regionale difende come una necessità per migliorare l’efficienza del sistema educativo.
Tra accorpamenti e cambiamenti:
Le scuole di Roma sono tra le più colpite dalla riorganizzazione. A partire dal 2025, quattro accorpamenti principali coinvolgeranno istituti di diversi municipi.
Ad esempio, nel municipio IV, l’Istituto Palombini si unirà al Perlasca, mentre nel municipio III si accorperanno l’Istituto Fidenae e il Carlo Levi. Non mancano le novità anche per le scuole superiori, con la nascita di nuovi istituti grazie a fusioni tra scuole esistenti.
Per il IV municipio si è espressa con fermezza l’assessora alla Scuola Annarita Leobruni:
“La giunta Rocca ci fa un terribile regalo di Natale con la delibera sul dimensionamento scolastico della Regione Lazio, pubblicata nel silenzio assoluto delle feste natalizie il 24 dicembre – è l’attacco –. L’assessorato alla scuola della Regione di Schiboni e la giunta regionale dimostrano ancora una volta, di non saper ascoltare i territori. Inutili, i lavori sul territorio di ascolto dei e delle dirigenti, dei professori e professoresse, degli e delle insegnanti, che il municipio IV ha svolto, per più di un anno proprio per preparare e prevenire un dimensionamento disastroso.
Non sono state prese in considerazione le delibere dei consigli di istituto, della giunta del IV municipio, del comune di Roma, di Città Metropolitana, le note formali e le mail dell’assessorato che rappresento. In IV municipio si dimensionano non due, ma ben quattro istituti, senza nessuna valutazione sui numeri e sulle volontà territoriali.
Si formano due istituti di cui uno da 1400 alunni. Ho interloquito direttamente con le dirigenze delle scuole coinvolte e non faremo passare questa cosa inosservata. La giunta Rocca discrimina i territori e lede l’identità delle scuole che ogni giorno garantiscono il diritto allo studio”.
E il minisindaco Massimiliano Umberti rincara: “Un municipio che sta lavorando bene ha un solo modo per essere ferito; quello di colpire i più piccoli e le scuole e la destra che governa la Regione, lo ha fatto mentre era a tavola il giorno della vigilia di Natale. Uno sgradito regalo che i piccoli e grandi cittadini del IV municipio, non dimenticheranno”.
Anche i comuni del Lazio sotto i riflettori
Anche i comuni limitrofi non sono stati risparmiati. Tivoli, Ariccia e Grottaferrata sono solo alcuni dei comuni che vedranno un ridisegno della rete scolastica, con l’aggregazione di scuole e la creazione di nuovi istituti comprensivi.
La provincia di Roma, insomma, sarà trasformata da questo piano che mira a ottimizzare le risorse ma che, allo stesso tempo, lascia molti dubbi sul suo impatto concreto.
Proteste e preoccupazioni
Sebbene la giunta regionale giustifichi il piano come necessario per migliorare il sistema scolastico, le polemiche non mancano. Sindacati e studenti temono disagi e difficoltà per famiglie e docenti, con il rischio di un eccessivo accorpamento che potrebbe compromettere la qualità dell’offerta formativa.
Cosa riserverà il futuro per le scuole romane? I prossimi mesi saranno decisivi per capire come si evolverà la situazione e quale impatto avrà questa riorganizzazione su studenti, insegnanti e famiglie.
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