la giornalista Barbara Castellani denuncia l’incidente in una rosticceria sui social
“Sono in ospedale perché io e mia figlia abbiamo mangiato una pasta al forno, comprata vicino a casa, ripiena di vetri!”. Con questo messaggio pubblicato sui social, Barbara Castellani, giornalista e pr, ha denunciato l’incidente che l’ha portata al ricovero all’ospedale Grassi di Ostia, dopo aver ingerito un frammento di vetro contenuto nel cibo acquistato in una rosticceria del quartiere Infernetto, a Roma.
La donna ha raccontato di aver comprato due porzioni di pasta al forno in un locale vicino alla propria abitazione. “Ho già effettuato due TAC e il vetro si trova nel mio intestino — ha spiegato Castellani — e prego, spaventata, di non essere operata. Ma come si fa a vendere un prodotto alimentare con i vetri?“.
Durante il pranzo, la figlia della giornalista si sarebbe accorta in tempo del frammento, riuscendo a sputarlo. La madre, invece, lo avrebbe ingoiato. Dopo aver contattato il 112, è stata trasportata d’urgenza in ospedale, dove resta ricoverata sotto osservazione.
Appena arrivata al pronto soccorso, la donna ha sporto denuncia ai carabinieri di Ostia, che hanno avviato i controlli sull’attività. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri del NAS e il personale della Asl per effettuare sopralluoghi, prelievi di campioni alimentari e verifiche sulle modalità di preparazione dei piatti. “Ringrazio i Carabinieri e l’Asl per il pronto intervento, i medici e il personale infermieristico dell’ospedale Grassi dove sono ricoverata”, ha scritto ancora Castellani.
In un successivo aggiornamento, la giornalista ha aggiunto: “Sono in ospedale e ringrazio le tante persone che mi stanno scrivendo manifestando affetto e solidarietà. Il vetro è ancora nell’intestino e sto vivendo momenti di paura. Ringrazio la giornalista di cronaca Flaminia Savelli de Il Messaggero e tanti colleghi che stanno diffondendo la notizia, perché con la negligenza di un cuoco si può morire”. Le indagini proseguono per chiarire come il frammento di vetro sia finito nel cibo e per accertare eventuali responsabilità penali e sanitarie.
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