La ginnastica da Nadia Comaneci a Rebeca Andrade: «La gente ci vede vincere le Olimpiadi, ma l’80% del nostro tempo lo passiamo a cadere in una palestra. Lo sport è il miglior posto dove imparare la vita»
Racconta Nadia Comaneci: «Non so quanti di voi lo sappiano, ma Rebeca è arrivata in Oklahoma a 10 anni. Il numero 10 è qualcosa di magico.
All’epoca organizzavamo una gara ogni anno a febbraio. Si chiamava Nadia Comaneci National Invitational, e la junior Rebeca Andrade, a 10 anni, vi partecipò: una ragazzina molto elastica e allegra che eseguiva fantastiche acrobazie. E io facevo segno a mio marito: “Penso che questa ragazza diventerà brava”. Eccoci qui, dopo tanti anni. Sono così felice di essere qui e congratularmi con te per tutto quello che hai passato, perché lo sport porta con sé ogni sorta di difficoltà nella vita, e il fatto che tu abbia perseverato è davvero importante. È un’ispirazione per ogni generazione attuale e per quella che verrà dopo di te».
La ginnasta nata in Romania e da anni anche cittadina statunitense aveva già ricevuto i complimenti della giovane brasiliana. «Ho già incontrato il mio idolo ed è sempre un piacere ogni volta che la vedo: Nadia, che è seduta qui con me. È un grande onore perché Nadia è un punto di riferimento fondamentale nel mondo dello sport, non solo per tutti gli atleti ma ovviamente, in particolare, per le ginnaste, e l’attenzione che ha dimostrato nei miei confronti mi fa davvero piacere. Un’altra è Aryna Sabalenka, perché non solo è così talentuosa, ma è anche divertente, è simpatica, premurosa e divertente, e credo di essere così anch’io. È sempre meraviglioso quando si ammira qualcuno e si vedono in lui tratti che anche tu possiedi».
Impossibile non chiedere a Rebeca Andrade di Simone Biles e di quanto successo a Tokyo nell’estate del 2021 perché entrambe le atlete, che sono arrivate sul podio di Parigi sono tornate:; la Andrade dopo il terzo grave infortunio, la Biles dopo i problemi di salute mentale. «Penso che all’epoca dovesse essere molto delicato per lei ed è stato molto difficile per lei, lo so. Ma era davvero, davvero forte. Non so quale parola sceglierei per lei, forse “guerriera”, ma è stata sicuramente coraggiosa. Perché per un’atleta di alto livello lasciare le Olimpiadi è davvero, davvero difficile. Perché ci alleniamo per questo per tutta la vita. Ti alleni, e non era qualcosa di fisico. Era mentale per lei che esegue movimenti così difficili. Poi ci sono stati i commenti dei giornalisti e dei fan e quello che è successo sui social media, dove l’hanno definita una che si arrende e hanno detto che aveva paura, non è stato facile per lei, ne sono sicura.
Non posso dire di aver provato esattamente le sue stesse sensazioni perché non ho mai vissuto quello che ha passato lei, ma in quel momento ho provato molto affetto per Simone Biles. Ed è davvero forte. È un’atleta straordinaria».
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