La Gastroenterologia di Arezzo incontra i medici di medicina generale della provincia
Condivisione dei processi per una ottimizzazione del percorso ospedale – territorio, appropriatezza delle prescrizioni e delle prestazioni, sono stati alcuni dei temi affrontati durante un incontro all’auditorium dell’ospedale San Donato tra l’Unità operativa complessa di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva e i medici di famiglia del territorio provinciale.
L’incontro, giunto alla seconda edizione, ha visto il coinvolgimento di oltre 50 professionisti e professioniste di medicina generale per un dialogo, una condivisione e uno scambio di esperienze per definire obiettivi comuni per una risposta sempre più puntuale nei confronti dell’utenza.
Ad aprire i lavori è stata la direttrice degli ospedali riuniti dell’Aretino, del Casentino, della Valtiberina e della Valdichiana aretina, Barbara Innocenti, che ha ringraziato i medici di medicina generale per la partecipazione: «Condividiamo i percorsi dei pazienti, ma anche la responsabilità della sostenibilità del sistema sanitario e questi incontri sono importanti per una condivisione sempre più puntuale. La sostenibilità è un aspetto fondamentale che non riguarda solo l’economicità, ma è legato al concetto di appropriatezza, un diritto del sistema, ma soprattutto delle persone. Prestazioni particolari e invasive con potenziali complicanze devono necessariamente essere appropriate per la salute delle persone e insieme dobbiamo continuare a lavorare su questi temi».
«Questo convegno traccia la volontà di continuare un percorso di collaborazione sempre più efficace con la medicina di base – ha sottolineato il direttore di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva del San Donato, Marco Rossi – l’obiettivo è costruire una modalità condivisa per migliorare l’appropriatezza delle prestazioni e la modalità di scambio di informazioni tra i professionisti ospedalieri e territoriali».
Durante l’incontro è emerso come nel 2023 le prescrizioni per l’endoscopia, da parte di medici e specialisti nella provincia di Arezzo siano state quasi trentamila, 28 per circa mille abitanti. «Siamo abbastanza in linea con la media italiana – ha evidenziato il dottor Rossi – ma dobbiamo lavorare insieme sulla percentuale di inappropriatezza. Questo non significa non richiedere esami e accertamenti, ma offrire la miglior indicazione diagnostica per il paziente tenendo sempre conto del rapporto rischi e benefici. Fondamentale, inoltre, sono i programmi di screening che dobbiamo continuare a promuovere per favorire la massima adesione da parte della popolazione».
La mattina è stata arricchita dai contributi dei medici di medicina generale che hanno condiviso esperienze e spunti di riflessioni e dalle relazioni degli specialisti della Gastroenterologia di Arezzo in merito ai temi di richiesta degli esami, gestione dei farmaci in previsione di un esame endoscopico e infezione da Helicobacter Pylori.
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