La Francia impone la chat di Stato nella pubblica amministrazione: dal primo settembre obbligatoria Tchap al posto di WhatsApp
Con una circolare firmata dal primo ministro François Bayrou, dal 1°settembre 2025 tutti i dipendenti della pubblica amministrazione francese dovranno utilizzare esclusivamente Tchap, la chat di Stato sviluppata appositamente per le comunicazioni istituzionali. La misura rappresenta il bando definitivo di WhatsApp, Telegram e Signal da tutti gli uffici governativi, segnando un punto di non ritorno nella strategia di sovranità digitale del paese.
L’applicazione, già operativa da due anni nel panorama amministrativo francese, vanta attualmente circa 300mila utenti e rappresenta il culmine di una strategia governativa volta a garantire il pieno controllo sui flussi comunicativi della pubblica amministrazione. La DINUM (Direzione interministeriale del digitale) ha sviluppato Tchap secondo rigidi standard di sicurezza, implementando la crittografia end-to-end e garantendo la conformità agli standard dell’ANSSI, l’agenzia nazionale francese per la sicurezza dei sistemi informativi.
Architettura tecnica e caratteristiche innovative
Dal punto di vista tecnologico, Tchap si distingue per una architettura sofisticata basata su Element, un client open source che utilizza il protocollo Matrix. La scelta garantisce non solo la trasparenza del codice sorgente, ma anche una gestione sicura sia dei contenuti che dei metadati, elemento cruciale per la protezione delle informazioni sensibili. La piattaforma offre la possibilità di scambiare messaggi con partner esterni mantenendo un ambiente sicuro, caratteristica fondamentale per le relazioni istituzionali.
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda la localizzazione dei dati: Tchap garantisce il pieno controllo su raccolta, conservazione e posizionamento delle informazioni, che possono essere ospitate su server governativi centralizzati o su cloud privati, a seconda delle specifiche esigenze operative.
L’Italia verso una propria soluzione
L’esperienza francese potrebbe rappresentare un modello significativo per l’Italia, dove l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato stanno sviluppando una propria chat di Stato. Il progetto italiano, avviato con la convenzione firmata lo scorso 4 aprile tra le due istituzioni, prevede la realizzazione di una piattaforma di comunicazione sicura accompagnata da strumenti per il contrasto alle campagne di phishing.
I primi risultati dello studio di fattibilità sono attesi a breve e rappresenteranno il primo passo concreto verso l’implementazione di una soluzione sovrana anche nel nostro Paese. La strategia italiana sembra seguire l’approccio francese, puntando sulla necessità di garantire controllo totale sui canali di comunicazione delle istituzioni pubbliche, un tema sempre più centrale nell’agenda della cybersicurezza nazionale.
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