Società

«La fonte riferisce…», ecco come era la vita di Nadia Comaneci sotto il controllo della polizia

«Anche se l’impressione era che la gente potesse affollarsi liberamente attorno alla squadra olimpica, la Securitate era in massima allerta e aveva filtrato attentamente tutte le persone che entravano nell’aeroporto». Queste parole sono parte del racconto del rientro della squadra olimpica della Romania da Montreal 1976, le Olimpiadi in cui Nadia Comaneci ottenne il primo 10 nella storia della ginnastica artistica. La Securitate, la polizia segreta di Bucarest, non aveva solo filtrato le persone all’aeroporto, ma controllava e avrebbe controllato sempre di più la stella della ginnastica che non aveva allora ancora compiuto 15 anni.

Lo storico e scrittore Stejarel Olaru racconta questo controllo e la privazione della libertà che ha spinto la ginnasta alla fuga 13 anni dopo. Proprio da quella fuga a piedi verso l’Ungheria nella notte fra il 27 e il 28 novembre del 1989 Nadia Comaneci e la polizia segreta. La storia che nessuno ha mai raccontato, edito da Piemme.

«La fonte riferisce...» ecco come era la vita di Nadia Comaneci sotto il controllo della polizia

«Qua e là, le persone reggevano cartelloni distribuiti dalle autorità per essere visibili nei telegiornali. L’amore e l’entusiasmo della folla non erano una messa in scena, ma il regime voleva sfruttarli a scopo propagandistico, e quindi c’erano scritte del tipo: “Brava, Nadia! Sempre avanti!” un adattamento dello slogan dei Pionieri, mentre altri erano ancora più espliciti: “Ringraziamo il partito con tutto il cuore per le meravigliose condizioni che ha offerto alle attività sportive nel nostro Paese!”».

Il partito che si ringraziava in quei cartelli aveva fatto in modo che tutti coloro che erano vicini a Nadia Comaneci e al centro di Onesti in cui si allenava fossero sotto sorveglianza da parte della polizia segreta. «La campionessa doveva essere tenuta sotto completa ma discreta sorveglianza, ora che era diventata una delle personalità più famose del Paese…I servizi segreti sapevano in tempo reale com’erano e come si evolvevano i rapporti tra i responsabili della ginnastica, potevano anticipare gli eventi e intervenire tempestivamente per favorire gli interessi del regime».

L’obiettivo ufficialmente dichiarato era proteggerla, la realtà era controllarne ogni passo. Tutto è documentato nei rapporti della polizia che sono la base di questo libro che riporta la memoria a un film premio Oscar come **Le vite degli altri **e che, pur conoscendo il finale della storia rumena della Comaneci che si racconta nel primo capitolo, fa crescere di pagina in pagina l’ansia per una ragazza e per le sue colleghe costrette ad allenamenti massacranti e diete devastanti, costantemente sorvegliate nell’adolescenza.

Questo il tenore dei report. «Dopo le Olimpiadi la ginnasta non ha più voluto lavorare in condizioni di totale sottomissione al suo allenatore, nel senso che non accettava più di essere insultata davanti alle compagne più grandi o più giovani (“vacca medagliata“). Non tollerava più che i suoi genitori venissero insultati. Non accettava più il regime dietetico imposto dall’allenatore, tanto che si procurava da sola i generi alimentari (consigliati o sconsigliati) o scappava di casa, e a volte non si presentava agli allenamenti».

Se accadeva che Nadia Comaneci si allontanasse senza permesso veniva immediatamente cercata da ufficiali della Milizia e della Securitate. Attorno alla squadra di ginnastica femminile a Bucarest «la Securitate aveva infiltrato una rete formata da novantotto agenti: quarantasei informatori, quarantacinque ufficiali con missioni operative e sette ufficiali incaricati di mantenere le relazioni ufficiali. Erano coordinati da tre ufficiali, che come al solito agivano sotto copertura, figurando come consiglieri o istruttori sportivi». Questa intera rete è stata complice dei metodi violenti e degli abusi subiti dall’obbligo a gareggiare, ai colpi alla sua salute fisica e mentale. L’indagine della Securitate sull’ex ginnasta si concluse il 19 o 20 dicembre 1989, da più di 20 giorni era negli Usa.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »