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La Flotilla della vergogna: un collega di Greta in posa con un capo di Hamas

Sorridente, in posa con una sciarpa piuttosto controversa, mentre fa il segno della “vittoria”. Così Wael Nawar, esponente del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, è in posa al fianco di Youssef Hamdan, che dirige l’operazione di Hamas in Nord Africa. La foto pubblicata dal Daily Mail risalirebbe a un incontro tenutosi presso la sede algerina dell’organizzazione palestinese lo scorso 23 giugno. Questa la didascalia scelta: “Oggi, presso la sede della rappresentanza di Hamas in Algeria, una delegazione del convoglio Sumud è stata ricevuta dal rappresentante di Hamas in Algeria, Youssef Hamdan”.

Uno scatto che imbarazza l’iniziativa di Greta Thunberg & Co. e che getta ombre inquietanti su quella che è stata ribattezzata la “flottiglia della libertà”. Nawar fa parte del comitato direttivo della Flotilla insieme all’attivista svedese e ad altri undici persone. Ma attenzione, perché secondo il giornale non si tratta di un caso isolato. Un altro membro del comitato, l’attivista politico Marouan Ben Guettaia, sarebbe stato ospite di Hamdan qualche giorno dopo e avrebbe successivamente pubblicato una foto della coppia seduta davanti a una bandiera di Hamas. E ancora, il brasiliano Thiago Avila avrebbe partecipato ai funerali del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah a Beirut a febbraio, elogiandolo come una “fonte d’ispirazione”.

Le foto pubblicate dal Daily Mail sollevano interrogativi sul perché gli organizzatori di una missione che afferma di promuovere la “sacralità della vita umana” siano stati ospiti volontari di un gruppo terroristico che negli attacchi del 7 ottobre ha ucciso quasi 1.200 persone e ne ha rapite più di 250. Ricordiamo che tutti i membri del comitato direttivo della flottiglia – che professano di credere “nella dignità umana e nel potere dell’azione non violenta” – si sono uniti alla Thunberg sulla flotta di venti imbarcazioni partite da Barcellona questa settimana.

Per il momento nessun commento da parte dei diretti interessati. L’Ue, invece, ha mandato un messaggio all’iniziativa pro Pal. “Devo dire che non incoraggiamo flottiglie come questa, perché fondamentalmente possono aggravare la situazione e mettere a rischio i loro partecipanti. Ma d’altra parte, questo non significa che siano giustificabili gli attacchi contro queste Flotilla come gli attacchi con i droni, ecc. Quindi pensiamo che il modo migliore per fornire aiuti umanitari sia attraverso i nostri partner” le parole della portavoce della Commissione europea, Eva Hrncirova: “Questo è ciò che cerchiamo di ottenere, fornire aiuti umanitari su larga scala e manteniamo aperti i canali con Israele, e parliamo con le autorità israeliane”.

La diplomatica ha citato il “recente caso della Flotilla a giugno, quando i partecipanti sono stati sostanzialmente arrestati e il carico sequestrato”: “Quindi non è servito a nulla, quello che abbiamo cercato di fare è convincere le autorità israeliane a non imporre ostacoli e a non imporre problemi logistici o di registrazione ai nostri partner finanziari. Cerchiamo di aumentare il numero di camion che entrano a Gaza e, soprattutto, cerchiamo di porre fine alle sofferenze della popolazione di Gaza”. Così, invece, il portavoce Anouar El Anouni: “Posso solo sottolineare che le autorità responsabili di garantire la protezione di Gaza sono gli Stati a cui appartengono i cittadini.

L’UE esorta le parti e la comunità internazionale a compiere ogni sforzo per porre fine a questi terribili conflitti attraverso un cessate il fuoco immediato e permanente che consenta di fornire un’assistenza umanitaria massiccia, immediata e senza ostacoli”.


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