La denuncia di Martina Oppelli ad ASUGI per tortura e diniego
01.08.25 – 15:28 – Dopo la morte di Martina Oppelli avvenuta ieri in Svizzera tramite il suicidio medicalmente assistito, emerge che prima di partire la donna ha denunciato ASUGI per tortura e rifiuto di atti d’ufficio.
Ne ha discusso quest’oggi Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e rappresentante legale di Soccorso Civile – l’associazione che organizza le azioni di disobbedienza civile in supporto della morte volontaria.
La denuncia-querela è stata depositata da Oppelli proprio prima di recarsi in Svizzera, tramite la sua procuratrice speciale Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. Per tre volte, infatti, l’azienda sanitaria triestina ha negato l’accesso a tale pratica alla 50enne triestina affetta da oltre vent’anni da sclerosi multipla.
“Seguendo le volontà di Martina, abbiamo agito pubblicamente assumendoci le responsabilità per l’aiuto a lei fornito – ha affermato Cappato. “Questa volta però, con Claudio Stellari, Matteo D’Angelo e Felicetta Maltese, abbiamo deciso di non recarci dalle forze dell’ordine per autodenunciarci. La denuncia c’è già, ed è la denuncia di Martina contro uno Stato che l’ha costretta a subire una vera e propria tortura. Contro un Servizio sanitario della Regione FVG che non ha fatto il proprio dovere, secondo le posizioni politiche del Presidente Fedriga in materia”.
E’ stato lo stesso Cappato assieme a Stellari, D’Angelo e Maltese ad accompagnare Martina Oppelli in Svizzera nel suo ultimo viaggio, fornendole supporto logistico ed economico con il contributo di altre 31 persone.
“Siamo a disposizione di eventuali indagini per fornire tutte le informazioni sull’aiuto prestato a Martina. Proseguiremo con le azioni di disobbedienza civile e per chiedere la calendarizzazione della legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale”, ha aggiunto.
In prima istanza, Oppelli ha accusato ASUGI e i medici della commissione di aver rifiutato atti previsti per legge, negandole la rivalutazione delle sue condizioni di salute. Oltre a ciò, ha rivendicato che le è stato impedito per oltre due anni il riconoscimento della ‘dipendenza da trattamento di sostegno vitale‘. Esso rappresenta il requisito essenziale per accedere al suicidio assistito secondo la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale ‘Cappato-Antoniani’. Tutto ciò nonostante la donna dipendesse non solamente dai suoi caregiver per sopravvivere ma anche dalla macchina della tosse e dal catetere vescicale. Ragione per cui aveva richiesto un ricorso al tribunale di Trieste nel 2024.
La denuncia di Oppelli è un appello contro un trattamento inumano e degradante, con gravi sofferenze fisiche e psicologiche causate dall’ostinato rifiuto dell’ASUGI. Per lei, una vera e propria forma di tortura che ha dovuto subire per anni.
Le persone che hanno aiutato Martina a coprire le spese del viaggio con un contributo sono: Felicetta Maltese, Chiara Lalli, Marco Perduca, Luca Piva, Mariasole Cavarretta, Matteo Giusti, Paola Zaldera, Roberta Pelletta, Tommaso Colombini, Andrea Turi, Maria Raffaella Stacciarini, Carlo Romano, Laura Di Napoli, Françoise Raynaud, Marco Riva Cambrino, Alina Ruxandra Matei, Maria Camilla Tinti, Stefano Anderson, Rossana Penso, Roberta Zanoni, Aldo Abenavoli, Anna Cracolici, Guido Frosina, Marcello Crivellini, Johannes Agterberg, Paolo Calvani, Andrea Ballabeni.
Hanno confermato di volere risultare come soci dell’Associazione Soccorso Civile anche dopo essere stati informati dell’aiuto che sarebbe stato fornito a Martina: Mino Dentizzi, Renato Michelotti, Matteo Hallissey, Luigi Manconi, Sonia Bellini.
[e.s.]