«La decisione di Gambini miope e lesiva»
URBINO Quello che salta agli occhi, secondo l’opposizione, dello strappo del sindaco Maurizio Gambini nei confronti della candidatura di Pesaro e Urbino a Capitale europea della cultura 2033 è il silenzio degli assessori della maggioranza maggiormente coinvolti nella vicenda: Ottaviani per la cultura e Guazzolini per il turismo.
Il silenzio degli assessori
Federico Scaramucci, capogruppo del Pd, si pone una domanda: «Ma l’assessore alla cultura Lara Ottaviani di tutto ciò cosa pensa? Condivide le parole di Gambini?». Anche il capogruppo di Urbino Bene Comune, Vincenzo Pompilio, ha spronato tutta la maggioranza «a dire la sua, ad esprimersi. Tanto ci sarà qualcuno che non la pensa così». Interpellati, Lara Ottaviani e Francesco prendono tempo per una risposta.
Il rammarico di Scaramucci è, comunque, grande: «Una scelta che consideriamo miope e gravemente lesiva per il futuro culturale, economico e turistico della nostra città. E tutto ciò solo perché gli sta antipatico Matteo Ricci, non è del suo stesso partito, (inoltre Ricci non è più sindaco di Pesaro). Noi vediamo che Ricci fa il parlamentare europeo e sta promuovendo la candidatura coerentemente con il mandato che ha avuto. Ma sono i Comuni – insiste Scaramucci – che si devono impegnare per trainare i progetti che riguardano lo sviluppo del territorio. Le parole di Gambini dimostrano una chiusura mentale e anche poca lucidità, rischiano di compromettere un’ulteriore occasione, dopo quella persa dalla città di Urbino per non aver partecipato insieme a Pesaro al percorso di Capitale Italiana della cultura 2024, a causa di Sgarbi che non aveva voluto e di Gambini che gli è andato dietro».
«Puntare all’eccellenza»
«La cultura è un investimento – continua la segreteria locale dem -. Guardare al futuro con coraggio significa non accontentarsi dell’ordinario, ma puntare all’eccellenza. Urbino e i suoi cittadini meritano queste sfide. Urbino è universalmente riconosciuta come un gioiello del Rinascimento italiano, un patrimonio che appartiene non solo alla comunità locale ma all’intera umanità. La candidatura a Capitale europea della cultura può rappresentare un’occasione unica per valorizzare ulteriormente la nostra identità culturale, attrarre investimenti e mettere in rete eccellenze locali con il panorama europeo. Le motivazioni espresse dal sindaco Gambini, che riducono il tema a una questione puramente personale e politica di partito, denotano una visione limitata e poco ambiziosa. Urbino non è di Gambini ma è una città del mondo. Così facendo ci fa perdere tante opportunità preziose e rischiamo grosso che Pesaro si presenti da sola. Molte città italiane ed europee che hanno intrapreso questo percorso – conclude la segreteria dem – hanno saputo mobilitare fondi pubblici e privati, stimolare la partecipazione delle comunità e ottenere benefici durevoli, non solo in termini di immagine ma anche di crescita economica e coesione sociale».
«Riconsideri l’idea»
«Chiediamo al sindaco di riconsiderare questa decisione, coinvolgendo tutte le forze sociali, culturali ed economiche della città in un dialogo costruttivo. Urbino – conclude Scaramucci – merita di aspirare al ruolo che la sua storia e il suo patrimonio le attribuiscono».