La cucina italiana nel mondo vale oltre 250 miliardi di euro e continua a crescere
Anche in questi tempi di incertezza, la ristorazione continua a essere un settore in cui l’Italia può fare affidamento. Secondo la nuova edizione del report di Deloitte “Foodservice Market Monitor”, il valore della cucina italiana nel mondo ha infatti raggiunto i 251 miliardi di euro, con una crescita annua del 4,5%, superiore alla media globale (4,2%). Non solo: nel mondo il 19% dei ristoranti con servizio al tavolo (full service) è a tinte tricolori, con una diffusione particolarmente ampia negli Stati Uniti e in Cina.
Nel nostro Paese il comparto ha raggiunto gli 83 miliardi di euro nel 2024, registrando una crescita del 2% e superando i livelli pre-pandemici. Nonostante il mercato italiano rimanga tradizionalmente frammentato, c’è però da segnalare una sempre maggiore incidenza delle catene, passate in un quinquennio dal 7% al 10% del totale, specie per quanto riguarda i quick service, ovvero i locali con servizio al banco.
“Il settore del Foodservice sta attraversando una fase di normalizzazione dopo la ripresa post-pandemica, ma resta dinamico e ricco di opportunità”, spiega Tommaso Nastasi di Deloitte Italia. “Il tasso di crescita doppio rispetto al periodo pre-Covid e l’espansione dei format più scalabili come i quick service restaurant mostrano una chiara evoluzione delle abitudini di consumo e dei modelli di business. In questo contesto, l’Italia conferma la sua forza come mercato: se da un lato presenta ancora una bassa penetrazione delle catene rispetto ai benchmark internazionali, dall’altro sta mostrando segnali di accelerazione importanti, con una crescita delle catene quick service restaurant che supera la media globale”. Secondo il report di Deloitte, l’Italia è al sesto posto nel mercato globale della ristorazione, e può vantare risultati ancora migliori per quanto riguarda il full service (quarta posizione) e il quick service (quinta posizione).
Il mercato globale, che nel 2024 ha raggiunto quasi 3mila miliardi di euro di valore, deve però affrontare alcuni cambiamenti, soprattutto relativi alle preferenze dei consumatori. Secondo il report, il 65% si dichiara disposto a pagare di più per prodotti sostenibili e il 76% ha ridotto il consumo di carne per motivi ambientali. Inoltre sta cambiando la percezione stessa del ristorante, visto sempre più come uno spazio di socializzazione, specie per quanto riguarda la Gen Z. Gli operatori del settore, di contro, cercano di evolversi investendo in automazione e digitalizzazione, puntando sulla personalizzazione per fidelizzare i clienti. Il 58% dei ristoratori ha poi rivisto i propri menù per “semplificare le operazioni e ridurre i costi”.
“Nei prossimi anni”, prosegue Nastasi, “ci aspettiamo una crescita più moderata del settore a livello globale, ma con dinamiche qualitative sempre più centrali. L’Asia-Pacifico guiderà l’espansione, con una crescita prevista di circa tre punti percentuali tra il 2024 e il 2029. In Italia, il mercato si sta trasformando rapidamente, aprendo spazi significativi per lo sviluppo di format digitali, scalabili e in linea con le nuove preferenze generazionali. Proprio in questa direzione, saranno i quick service restaurant a trainare la crescita nel Paese”.
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