Economia

La Corte dei Conti Ue boccia il Recovery: “A rischio gli obiettivi”. Ma Fitto: “Strumento potente”

ROMA – La Corte dei conti Ue traccia un bilancio impietoso del Recovery. A 15 mesi dalla scadenza del maxipiano europeo nato durante la pandemia, i giudici contabili mettono in evidenza “ritardi” nell’attuazione e controlli “deboli”. Il raggiungimento degli obiettivi è “a rischio”.

Ma la Commissione europea contesta l’analisi: “Esistono alcuni disaccordi sul Pnrr, che derivano principalmente da diverse interpretazioni di concetti giuridici”. E il vicepresidente esecutivo della Commissione, Raffaele Fitto, aggiunge: “Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è uno strumento potente che allinea il sostegno finanziario ai risultati concreti, guidando la crescita economica in tutta Europa attraverso investimenti sostanziali”.

La bocciatura della Corte

L’attuazione” del Recovery “procede con ritardi“, i risultati sono “limitati” sulla “risposta alle sfide strutturali e contributo agli obiettivi dell’Ue”, e ci sono “debolezze” nei controlli per lo più in capo ai singoli Stati, scrive la Corte dei conti Ue.

“In futuro” andrà evitato di “gestire strumenti simili senza disporre di informazioni sui costi effettivi e sui beneficiari finali” o “cosa si ottiene realmente”, dice l’auditor Ue Ivana Maleti?.

Il faro della Corte si accende sull’attuazione del piano: “Anche se i finanziamenti dell’Ue sono stati versati ai bilanci nazionali, ciò non significa che il denaro abbia raggiunto i destinatari finali e l’economia reale”, si legge in un altro passaggio del report.

Pessimismo anche sull’impatto del Recovery: “Le misure Rrf – si legge nel rapporto – hanno generalmente conseguito le realizzazioni previste, ottenendo però risultati limitati in termini di risposta alle sfide strutturali e contributo agli obiettivi dell’Ue”.

Le contestazioni della Commissione

La Commissione europea “accoglie con favore” la revisione della Corte dei conti europea che riassume il suo precedente lavoro sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza, si dice “lieta che “riconosca l’impatto positivo e i progressi del Pnrr negli Stati membri dell’Ue negli ultimi anni. Tuttavia – sottolinea – esistono alcuni disaccordi sul Pnrr tra la Corte e la Commissione, che derivano principalmente da diverse interpretazioni di concetti giuridici”.

Palazzo Berlaymont afferma di non condividere l’idea che il Pnrr non sia basato sulla performance: “Non sembra basato su alcun riscontro”. I pagamenti “sono collegati a indicatori di performance, ovvero traguardi e obiettivi descritti in ogni Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Il Recovery è “quindi chiaramente uno strumento finanziario basato sulla performance”. “La Corte sembra non distinguere tra questo concetto e il ‘quadro di monitoraggio della performance’, che è un altro concetto e si riferisce al sistema di dati e reporting disponibile per qualsiasi programma dell’Ue”.

Fitto: “Il Recovery ha accelerato le riforme”

A rispondere all’analisi della Corte dei conti Ue è anche Fitto. “Incentivando gli Stati membri ad affrontare le loro sfide strutturali, ha accelerato l’attuazione di riforme vitali in aree come occupazione, istruzione e ambiente imprenditoriale”, scrive in una nota.

“Dobbiamo essere orgogliosi di ciò che l’Europa ha già raggiunto con il Dispositivo per la ripresa e la resilienza”, aggiunge il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis, che sottolinea: il Recovery “ha alimentato un volume senza precedenti di investimenti e riforme, a beneficio di milioni di cittadini e imprese: questo è già un grande risultato, soprattutto considerando le principali sfide che l’Europa ha affrontato negli ultimi anni”.


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