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la commedia di Milani apre la Festa del Cinema di Roma

“La mia casa non ha prezzo” si ostina a ripetere Efisio Mulas, anziano e “antico” pastore del Sulcis rifiutando offerte milionarie per la sua abitazione, la sua terra. A proporgliele è un magnate immobiliarista milanese, convinto che quel territorio ancora intatto del Sud Sardegna, dove giace “la spiaggia più bella del mondo”, prefiguri per lui una miniera d’oro. Ma tal “presidente”, come lo chiamano i suoi impiegati, non ha compreso che l’ostinazione di Mulas è coriacea quanto il granito delle rocce sarde, e che la sua natura è geneticamente connessa all’ancestrale concetto del “furriadroxiu”, ovvero il “tornare a casa”. Ispirato alla vicenda di Ovidio Marras, morto a 93 anni nella sua casa di Teulada nel gennaio 2024, che vinse in parte la battaglia – ancora in corso – contro colossi lobbistici immobiliari che volevano costruire sulla sua terra un resort di lusso, La vita va così è la nuova commedia “sociale” e umanissima di Riccardo Milani, scelta a inaugurare fuori concorso la 20ma Festa del Cinema di Roma (15-26 ottobre).

“Dieci anni fa ho conosciuto questa storia, leggendola sui giornali ma anche frequentando la zona, conosco bene la spiaggia di Tuerredda” spiega Milani. “Quando Ovidio è venuto a mancare ho chiamato il produttore Mario Gianani per dirgli che era venuto il momento di raccontarla. Io credo nelle persone e nella loro capacità di dare un segnale, e il segnale che arriva da qui è duplice: da una parte un uomo che ha il coraggio di dire di no, e dall’altra una comunità che si trova spaccata di fronte a questo fatto. Qualcosa che avviene ovunque, in Sardegna è sempre avvenuto e continua ad accadere. La possibilità di raccontare il conflitto fra la necessità del lavoro e il rispetto del territorio era quanto ci prefiggevamo con Michele Astori, con cui sono al terzo film di co-sceneggiatura. Il nostro sforzo è stato quello di narrare la vicenda da diversi punti di vista. Io faccio i film per parlare a persone che la pensano diversamente da me. Credo questa sia una possibilità aperta al cinema di commedia: abbiamo cercato di aprire questa strada confezionando una storia che fosse semplificativa e significativa per tutti”. Da parte sua, agganciandosi alla rovente politica internazionale contemporanea, Astori non perde l’occasione di ribadire quanto “La difesa dell’identità di un popolo passa anche per la sua terra. E questo tema centralissimo riporta a qualcosa che purtroppo si sta perdendo”.

La vita va così, dunque, prosegue la tradizione tematica del regista romano, interessato allo scontro che si fa incontro fra opposti laddove il “debole” resiste e vince sul più “forte”, suggellando la giustezza di una giustizia raramente sostanziata nella Storia. Ma anche un viaggio antropologico negli angoli nascosti d’Italia. Dopo Un mondo a parte ambientato in un remoto villaggio abruzzese a rischio di estinzione (e chiusura della scuola elementare), ecco arrivare la lotta “stanziale” di un singolo, peraltro piccolo, semi-ignorante, anziano – contro tutto e tutti. Specie contro il capitalismo che minaccia, intimorisce e ricatta. Perché “loro, i potenti, vogliono comprarci ma soprattutto metterci uno contro l’altro” con il ricatto del lavoro. Del resto, il Divide et impera non casualmente è il motto dei potenti sui sottoposti, ma l’antica saggezza dei pastori sardi, novelli profeti, è in grado di “sentire” e riconoscere il pericolo imminente.

Il film ritrova la verve di Virginia Raffaele, perfettamente calatasi nella lingua sarda e nella figlia di Efisio Mulas, ovvero il deb non professionista preso sul posto Giuseppe Ignazio Loi, un vero “De Niro in miniatura” lo definisce sorridendo Diego Abatantuono, scelto da Milani nei panni del miliardario immobiliarista milanese. Ad affiancarli è Aldo Baglio (senza Giacomo e Giovanni) sempre nell’immancabile accento palermitano nel ruolo dell’”emissario” sul posto del “presidente”. Indubbiamente meno divertente e più riflessivo delle commedie precedenti, di certo molto meno dell“abruzzese” con cui sembra costituire un dittico, La vita va così secondo Milani “nasce dall’istinto di un racconto necessario”. E, per quanto dal messaggio encomiabile, va detto che il film risulti in certi frangenti di scrittura farraginosa, ripetitiva, non sempre dotata del buon ritmo a cui il regista romano ci ha abituato. L’uscita nelle sale è prevista per il 23 ottobre con Piper Film e Medusa.


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