Abruzzo

La città dimentica i suoi anziani, servono centri sociali


«Chieti è una città che invecchia senza risposte. Oltre il 27% della popolazione ha più di 65 anni, ben oltre la media nazionale del 24,5%, ma non esiste un solo centro sociale attivo. È una ferita aperta che dimostra disinteresse politico e assenza di progettualità da parte dell’amministrazione comunale».

A parlare è Alessandro Carbone, fondatore di Spazio Liberale per Chieti, che lancia l’allarme: «L’invecchiamento della popolazione non è solo un dato statistico, ma una sfida sociale e culturale che richiede risposte concrete, strategiche e durature».

Carbone ricorda che le proiezioni Istat stimano entro il 2040 una popolazione anziana pari al 30% del totale. «Chieti – osserva – è già oggi tra le città più anziane d’Abruzzo e sarà tra le prime a dover affrontare questo cambiamento. Ma continua a ignorare le esigenze della terza età».

Per lui i centri sociali sono «infrastrutture di welfare fondamentali: promuovono la socializzazione, combattono la solitudine, alleggeriscono i servizi sanitari e favoriscono l’invecchiamento attivo e la partecipazione civica».

«In passato – aggiunge – l’unico amministratore che seppe dare dignità al tema fu Franco Di Pasquale, che riuscì ad attivare strutture frequentate e apprezzate. Oggi quell’eredità è stata abbandonata».

Un’accusa diretta all’attuale amministrazione: «Ci rendiamo conto che è difficile aspettarsi attenzione da una giunta che finora ha dimostrato solo silenzi e chiusure. La legislatura è agli sgoccioli e se le risposte non sono arrivate fino ad ora, sarà difficile che arrivino».

Ma Carbone assicura che la battaglia non finirà qui: «I centri sociali non sono un ricordo del passato, sono una risposta concreta ai bisogni del presente e lo saranno ancora di più nel futuro. Per questo saranno un punto centrale del nostro programma. Vogliamo riportare al centro la partecipazione, la solidarietà e la cultura dal basso. Servono spazi, risorse, personale e idee».


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