La Chiesa tedesca in allarme attende il confronto con il nuovo pontefice
Un dato, che da solo racchiude tutto l’allarme: nel 2024, solo 29 uomini sono stati ordinati sacerdoti cattolici in tutta la Germania. Su quasi 23 milioni di cattolici tedeschi. È lo specchio di una crisi che non si riflette solo nelle cifre dei membri, ma anche nella partecipazione ai sacramenti: nel 2024 sono stati registrati circa 116.000 battesimi, in netto calo rispetto ai 131.000 dell’anno precedente. Non solo: nel 2003, la Chiesa cattolica aveva celebrato 206.000 battesimi e anche la frequenza regolare alla messa ha subito un forte calo, passando dal 15,2% nel 2003 al 6,6% nel 2024. All’origine l’esigenza di affrontare la grave crisi innescata dallo scandalo degli abusi, denunciato in modo clamoroso anche dal cardinale di Monaco, Reinhard Marx, e non solo lui. Il caso che più ha scosso la chiesa è stato il rapporto pubblicato nel 2022, e condotto dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl su impulso dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, riguardo ai casi di pedofilia che si sono verificati tra l’immediato dopoguerra e il 2019 nella stessa arcidiocesi (il caso aveva sfiorato anche il Papa emerito Ratzinger, che non aveva alcuna responsabilità come poi emerse). I risultati avrebbero documentato centinaia di abusi commessi durante quasi otto decenni: si tratterebbe, secondo gli autori, di 235 persone responsabili di abusi e 497 vittime (nel 60 per cento dei casi si tratta di minori) nella maggior parte dei casi di sesso maschile. La maggioranza dei crimini sarebbe stata commessa negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, quindi 60 o 50 anni fa. Fra i 235 abusatori, 173 erano sacerdoti. Da qui, anche l’avvio del Sinodo, che aveva subito innescato reazioni da parte di Roma. Nel novembre 2023 si venne a sapere che il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin aveva scritto chiaro, a nome di Francesco, ai 63 vescovi tedeschi e al segretario dell’episcopato: «Il Cammino sinodale non è in sintonia con la via sinodale universale ed è necessario rispettare il percorso della Chiesa universale ed evitare l’impressione che siano iniziative parallele». Nel 2023, dopo quasi quattro anni, il Synodale Weg si conclude con una serie di richieste e di istanze. Presentare domande in Vaticano va bene, ma nell’essenza stessa del cammino c’è una rivendicazione di autonomia. I tedeschi vanno avanti cercando al tempo stesso di tenere aperti i canali con Roma.Ora le acque di sono calmate e non si parla più di scisma (in realtà questo rischio non c’è mai stato), ma la Chiesa tedesca è in attesa di confrontarsi con il prossimo pontefice, atteso che difficilmente sarà uno dei suoi tre cardinali votanti, di cui uno tutt’altro che progressista. Dall’assemblea sono emerse diverse istanze: via libera alla benedizione delle coppie formate da persone dello stesso sesso, riaccostamento all’eucarestia per i divorziati risposati – entrambe queste istanze sono già state previste – il diaconato femminile e in aggiunta il cammino sinodale tedesco esprime voto favorevole all’eliminazione dell’obbligo del celibato per i preti e al fatto che le donne e i laici predichino durante la messa. C’è un contesto complesso, attorno alla Chiesa tedesca – Georg Bätzing è il presidente della Conferenza Episcopale – che il resto del mondo conosce poco o nulla. I fedeli, per partecipare alla vita della chiesa e ricevere i sacramenti, devono pagare, e per legge dello Stato, la “tassa sulle religioni”, in tedesco Kirchensteuer, che equivale ad autorizzare il pagamento di una ulteriore tassa pari all’8-9 per cento delle proprie imposte. È la versione tedesca dell’otto per mille, che in Italia si può anche decidere di destinare allo Stato, oltre che ad altre confessioni che hanno firmato l’accordo con le amministrazioni pubbliche. Questo rende la Chiesa tedesca molto ricca, con un patrimonio che potrebbe arrivare a 250 miliardi. Non solo: la “Cei” germanica è un grande datore di lavoro, poco meno di 800mila persone. Qualche esempio: la diocesi di Colonia, la più grande della Germania con due milioni circa di fedeli (oggi guidata dal cardinale, considerato un convinto conservatore, Rainer Maria Woelki, nominato nella diocesi da Francesco e creato cardinale da Benedetto), ha un bilancio annuale di 700 milioni di euro, 60 ospedali in cui lavorano 20mila persone e una struttura centrale che impiega oltre 600 dipendenti. Una realtà quindi davvero imponente, che pesa anche nella politica interna, ancor più ora che sta per salire alla guida del paese un cancelliere cattolico, Friedrich Merz: scalpore (ma neanche tanto alla fine) è stato l’appello alla vigilia delle elezioni per non votare a favore dell’Afd. Ma su questo si è consumata una spaccatura: due vescovi importanti, tra cui Rudolf Voderholzer di Ratisbona, hanno preso le distanze, aprendo un fronte interno, un altro. Il rapporto della Chiesa cattolica con la politica in Germania è molto sentito, specie nella fase in cui l’unione Cdu-Csu si sposta sempre più a destra.
Source link