La Chiesa genovese intensifica l’attenzione al mondo carcerario con eventi e nuove risorse – Lavocedigenova.it
Una significativa attenzione al mondo del carcere è stata annunciata dall’Arcivescovo di Genova, Mons. Marco Tasca, con la presentazione della sua Lettera Pastorale “Cammino di Libertà”, datata Genova, 16 marzo 2025, I Domenica di Quaresima. Diffusa nella seconda domenica di Quaresima, la lettera si pone in sintonia con l’invito di Papa Francesco espresso nella Bolla di indizione del Giubileo: “saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle detenuti”. Questo impegno fa eco all’apertura di una Porta Santa da parte del Pontefice anche nella Casa di reclusione di Roma Rebibbia, per portare il dono della speranza in questo luogo e simbolicamente in tutte le carceri del mondo.
La Chiesa ha da sempre avuto a cuore la realtà carceraria e continua la sua “presenza significativa” anche oggi, in un contesto di mutata composizione della popolazione detenuta. Mons. Tasca sottolinea come l’attenzione della Chiesa genovese si concretizzi attraverso l’opera dei cappellani, dei religiosi e di numerosi laici volontari impegnati in associazioni dedicate al carcere. Per la casa circondariale di Marassi, questi volontari fanno capo a: Comunità di Sant’Egidio, Veneranda Compagnia di Misericordia, Crivop, Amici di Zaccheo. Per Pontedecimo, le realtà di volontariato includono: Comunità di Sant’Egidio, Veneranda Compagnia di Misericordia, Associazione Itakwe, singole persone provenienti dalle parrocchie e tre religiose di ordini diversi. A ciò si aggiunge l’assistenza spirituale per i fedeli cattolici, nella convinzione che “una vita migliore è possibile e vale la pena riscoprirla e riabbracciarla”.
“Il carcere – afferma Mons. Tasca – è parte della comunità ecclesiale e non un corpo estraneo a cui si deve prestare assistenza”. La Lettera nasce proprio dall’incontro personale dell’Arcivescovo con i detenuti durante le sue visite, evidenziando la necessità di “camminare insieme” superando il muro tra il carcere e il mondo esterno. Il Giubileo rappresenta un’occasione per vivere la realtà carceraria come “luogo di misericordia” dove incontrare Cristo.
Riflettendo sulla divisione che il carcere rappresenta – tra chi è dentro e chi è fuori – Mons. Tasca ricorda il monumento dedicato alla Polizia Penitenziaria nel cimitero di Staglieno, con l’iscrizione che commenta “La fatica di mantenere una divisione tra gli uomini”. Egli invita a considerare come anche le persone libere possano essere imprigionate da “gabbie invisibili fatte di dipendenze e di pregiudizi”. La riflessione sul carcere proposta vuole essere uno stimolo a considerare tutto ciò che può limitare le libertà personali. La parabola del Figliol Prodigo (Lc 15) viene proposta come spunto per riflettere sul “cammino di perdita e ritrovamento della libertà”. La decisione del figlio di tornare a casa, pur non essendo inizialmente dettata da un vero rimorso, è comunque supportata da una speranza di essere riammesso.
L’attenzione della Chiesa genovese si traduce in gesti concreti durante la Quaresima e il Tempo di Pasqua. Tra questi:
- Venerdì 11 aprile (ore 20.30): Via Crucis del Vicariato di Marassi-Staglieno, con la partecipazione di Mons. Marco Tasca, con partenza dall’Istituto delle Suore Brignoline (Viale Bracelli 13) e arrivo alla Chiesa di Regina Pacis, passando per il cortile interno del carcere di Marassi.
- Giovedì Santo – 17 aprile (ore 17): S. Messa in Coena Domini in Cattedrale con la consegna del cero pasquale a rappresentanze delle case circondariali di Marassi e Pontedecimo e la lavanda dei piedi ad alcune persone detenute, Agenti della Polizia Penitenziaria e volontari che svolgono servizio in carcere. La celebrazione sarà trasmessa in diretta su Telepace 2 (canale 85), in modo da consentirne la visione anche nelle Case circondariali.
- Eventi giubilari nelle Carceri presieduti da Mons. Marco Tasca:
- Venerdì 9 maggio (carcere di Pontedecimo): Tre cerimonie distinte:
- nella Cappella di San Basilide per l’amministrazione e la Polizia Penitenziaria;
- nella sezione femminile;
- nella sezione maschile; con la consegna della Lampada del Giubileo. A Pontedecimo si contano 150 detenuti (75 uomini e 75 donne), assistiti da 1 cappellano e 50 volontari facenti capo a diverse realtà ecclesiali.
- Mercoledì 14 maggio (carcere di Marassi): Due cerimonie:
- per i detenuti dell’Alta sicurezza;
- per i detenuti comuni e il personale. La casa circondariale di Marassi ospita circa 680 detenuti, con circa un migliaio di ingressi e altrettante uscite in un anno. Tra i detenuti, i non italiani rappresentano il 55-60%. L’assistenza è garantita da 1 cappellano e 30 volontari di diverse associazioni.
- Venerdì 9 maggio (carcere di Pontedecimo): Tre cerimonie distinte:
- Le case circondariali di Marassi e Pontedecimo sono state riconosciute quali luoghi giubilari, aperti per fare esperienza del richiamo evangelico “siete venuti a visitarmi” (Mt 25).
Come frutto concreto del Giubileo, l’Arcivescovo ha annunciato la realizzazione di un “Centro di Ascolto” diocesano per le necessità dei detenuti e delle loro famiglie. Questa iniziativa è allo studio di un’équipe di esperti. Non si tratterà di un luogo fisico centralizzato, ma di una “risposta diffusa” che si avvarrà in particolare dei Centri di Ascolto vicariali coordinati dalla Caritas Diocesana, sul modello di quanto già avviene con la Fondazione Anti Usura (FAU). L’obiettivo è rafforzare l’accompagnamento delle famiglie dei detenuti da parte delle comunità parrocchiali e vicariali, sviluppare il lavoro di rete tra operatori, sacerdoti e territori, e favorire percorsi di inserimento e assistenza per le persone detenute. Il Centro di Ascolto sarà anche attento alle vittime dei reati e alle loro famiglie.
Mons. Tasca ha ricordato l’importanza delle “misure alternative alla detenzione”, purtroppo spesso difficili da attuare per la mancanza di alloggi e opportunità lavorative. Ha auspicato una maggiore sensibilizzazione e disponibilità capillare da parte delle parrocchie e delle associazioni per incrementare le risorse in questo ambito.
La Chiesa di Genova, consapevole che il carcere è parte integrante della comunità ecclesiale, si impegna a essere “ponte”tra il dentro e il fuori, favorendo il ritorno dei detenuti nella società. L’Arcivescovo ha ringraziato quanti svolgono quotidianamente questo “ministero di prossimità e di annuncio”. L’Anno Giubilare e il tempo quaresimale rappresentano per tutti una “nuova occasione per non lasciare indietro nessuno, per camminare insieme verso Gesù Cristo”.