Trentino Alto Adige/Suedtirol

La campagna antiviolenza della Despar: “Raggiunge 50 mila clienti al giorno” – Cronaca



BOLZANO. Un segnale? Lui che mette gli occhi sul suo telefonino. Poi, ecco giungere una proposta, ammantata di premurosa attenzione: «Che dici se teniamo tutto sul mio conto? Ti tolgo un peso». Il peso, invece, è strapparle la libertà, l’autonomia di decidere per sé. Sta nascosto anche dentro questi passaggi apparentemente asettici l’inizio di un possibile percorso nel buio. Ce ne sono infiniti. Solo che altrettante infinite volte scappano via, confondendosi nella quotidianità di un rapporto che si sta inaridendo.

«Anche l’esagerazione nelle espressioni di affetto, una discontinuità emotiva che alterna accuse a complimenti esagerati potrebbe far scattare l’allarme», dice Maria Lomartire, dirigente della divisione anti crimine della questura. Che scandaglia, insieme ad una task force di agenti donne, i territori scoscesi del non detto, i confini mobili in cui affiora la violenza di genere. Numeri drammatici: un femminicidio ogni 72 ore in Italia. «Ma qui va meglio, molto meglio – commenta la dirigente – e la ragione è che abbiamo fatto rete».

Tra Gea, Caritas, forze dell’ordine, Comuni, l’orizzonte è non far sentire sola nessuna, garantendo privacy e sostegno. E alternative praticabili di contrasto. Come la legge Roccella del 2023 che ha prodotto un “codice rosso rafforzato” in cui i provvedimenti del questore, come l’ammonimento o la flagranza successiva possono giungere pure per iniziativa diretta anche senza denuncia.Ma la rete non funziona senza informazione. È la ragione per cui ieri le agenti sono confluite all’Interspar di Bolzano sud, in mezzo a centinaia di persone per avviare una campagna capillare, dove illustrare la nuova app di protezione anti violenza “Youpol”, i numeri diretti di segnalazione, il 112, o ancora l’1522, emergenza anti stalking. «Non sei sola!» Il motto stampigliato su migliaia di volantini o “La violenza non è un atto d’amore, ogni voce conta”.

Una connessione, questa tra polizia, campagna antiviolenza e un grande hub distributivo, che si spiega con altri numeri: «Qui da noi si muovono, tra tutti i punti vendita, 50mila clienti al giorno – dice a sua volta Robert Hillebrand, direttore regionale di Despar Nord – e possiamo così diffondere capillarmente questi messaggi di aiuto e spiegare le possibili vie di fuga dalla violenza domestica». Perché è tra le mura di casa o dentro rapporti in essere o appena conclusi che si materializza: quasi il 40% degli episodi avviene con coniuge o compagno, un altro 33% tra ex coniuge o ex compagno. Solo l’11 tra genitore e figlio o altri soggetti. L’altra ragione della connessione virtuosa pubblico-privato è in ulteriori cifre: «Quasi il 90% dei nostri dipendenti è donna», dice Katia Franzoso direttrice del punto Interspar in zona Fiera.

La campagna punta a far emergere i segnali delle possibili violenze in arrivo, dal non permettere alla donna di uscire alle umiliazioni di fronte ad estranei, dall’obbligatorietà dei rapporti sessuali, alla violenza economica che obbliga a lasciare il lavoro o rinfaccia qualsiasi spesa. Punto centrale è la comunicazione che “le vittime hanno diritti, tutti da rivendicare”. E le reti di protezione sono realmente in grado di tutelare chi ha il coraggio di denunciare. Così anche la segnalazione di violenza in atto con la mano (piegare il pollice sulla mano tenendo quattro dita in alto per poi chiuderle in un pugno) è solo uno degli elementi di contrasto e difesa. Per saperne di più, ottenere flyer e numeri, luoghi e centri di aiuto anche psicologico, oggi basta anche fare la spesa. P.CA.




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