Marche

La Benelli Armi colpita dagli hacker russi per qualche ora: sito web oscurato. Il direttore: «Sicurezza dei dati preservata»

URBINO Nell’attacco informatico di hacker russi che mercoledì scorso ha preso di mira alcune aziende italiane del settore della difesa è stato colpito anche il sito web della Benelli Armi, che conta 400 dipendenti nella sede di Urbinoe ha sedi distaccate in molte parti del mondo per un totale di oltre 6.000 dipendenti. 

Il manager in Germania

 Conferma la notizia il direttore generale dell’azienda, l’ingegnere Paolo Viti (il 30 marzo prossimo ricorrerà un anno dalla sua nomina), che si trova attualmente in Germania, a Norimberga, all’Iwa OutdoorClassics 2025, la principale fiera al mondo della caccia sportiva.

Più di 1.500 espositori si riuniranno per mostrare le ultime novità in fatto di abbigliamento sportivo e attrezzatura per la caccia.

Paolo Viti rassicura tutti. «In riferimento alle notizie comunicate nelle ultime ore dai media nazionali – sottolinea -, Benelli Armi conferma di aver avuto una breve interruzione del sito web causata da un gruppo denominato “NoName057”. L’evento – rileva il direttore generale – ha riguardato il sito internet aziendale “Benelli.it” che non è stato visibile solamente per qualche ora, grazie all’intervento tempestivo degli ingegneri dipendenti dell’ufficio informatico-tecnologico “Benelli”». 

L’industria 4.0

Già nel lontano 1989, all’interno del proprio stabilimento, Benelli aveva implementato linee di produzione basate sul “Flexible manufacturing system” (Fms). Questa installazione in un certo senso anticipava già le prerogative che sarebbero state fatte proprie dal 4.0 e lo faceva integrando software di supervisione di linea di montaggio e programmi di gestione e controllo di produzione. Le linee Fms sono piccole ‘isole’ produttive in grado di fornire notevoli benefici tramite una serie di risorse. 

L’ingegnere Viti assicura che «la sicurezza dei dati sensibili e di tutte le attività interne di “Benelli Armi” è stata completamente preservata e non ha subito alcuna interferenza esterna». A seguito di quest’evento «“Benelli Armi” – conclude il direttore generale – ha introdotto ulteriori misure di sicurezza per garantire maggiore protezione al proprio sito internet». Dopo aver messo nel mirino Ministeri e istituzioni, colpita, dunque, oltre ad alcuni gruppi finanziari e impianti siderurgici, anche l’azienda di Urbino. L’azione, secondo gli informatici, è un crown attak chiamato “Ddos” (Distributed denial of service) in cui gli hacker riescono a coinvolgere altri gruppi per partecipare insieme a un attacco mirato a provocare il blocco dei siti nel mirino. 

La reazione a Mattarella

In attacchi di questo tipo “NoName” è arrivato a coinvolgere anche 70 gruppi sotto un’insegna denominata “Justice league” che utilizza un’enorme quantità di accessi su uno stesso sito per bloccarlo e impedire agli utenti di utilizzarlo. Dal 17 febbraio il collettivo “Noname057” sta continuando ad attaccare vari siti web italiani, sembrerebbe in risposta alle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale, nei giorni scorsi, aveva paragonato l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia all’espansionismo militare della Germania nazista.




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