Veneto

Kosta smeraldo: il calcio propositivo di Runjaic fa brillare l’Udinese


È il personaggio del momento. Ed è inevitabile sia così, perché nessuno, la sera dello scorso 10 giugno, quando aveva preso quota la notizia del suo ingaggio all’Udinese, avrebbe puntato un euro su di lui. Lo accompagnava la diffidenza che si ha verso un allenatore straniero, per giunta proveniente da un movimento di seconda-terza fascia come quello polacco.

Tempo di conquistare 10 punti in 4 gare che tutti, ora, applaudono Kosta Runjaic, l’allenatore dell’Udinese capolista, arrivato in Friuli forte di una scelta societaria non casuale: i vertici bianconeri erano rimasti stupiti dal rendimento e dalla proposta in Conference League del “suo” Legia Varsavia.

Una squadra che, prima che venisse privata delle stelle Slisz e Muci nel mercato invernale, giocava un calcio propositivo, con un 3-4-2-1 offensivo pensato dal condottiero tedesco dall’anima jugoslava.

Perché così si è definito Runjaic, nato a Vienna nel 1971, di passaporto tedesco – vivendo in Germania –, ma cresciuto in parte a Belgrado e poi con parenti in tutta l’area croata. Il mister si era formato quando la “Jugo” era ancora unita, da qui il sentirsi jugoslavo: un mix di culture che scorre nelle vene e che, unita alla formazione tecnica avuta tra Germania e Polonia, l’ha aiutato a padroneggiare lo spogliatoio multietnico dell’Udinese.

L’ex venditore di assicurazioni, partito dal basso, supportato da un’altra figura dall’animo internazionale come il dt Gokhan Inler, ha dato un’identità e un gioco al gruppo che ha stupito tutti. Specialmente in Polonia, dove mister Kosta ha lavorato sino allo scorso aprile negli ultimi sette anni: «Sensazionale leader in Serie A. È l’allenatore esonerato dal Legia, Kosta Runjaic», è il titolo di Rzeczpospolita, tra i quotidiani di riferimento in Polonia, che ha sede a Varsavia.

D’altronde è inevitabile, dal punto di vista polacco, sottolineare come un tecnico sollevato dall’incarico di un club (seppur il più potente) dell’Ekstraklasa, ottenga simili risultati in uno dei cinque tornei più importanti d’Europa (coadiuvato da due assistenti polacchi, Malecki e Trukan).

«La squadra di Kosta Runjaic davanti a giganti. È capolista dopo un match pazzo», scrive invece Sportowe Fakty.

Con il Legia il tecnico si è lasciato bene, il club aveva bisogno di una ventata d’aria fresca, dato che rischiava di non prendere parte alle coppe europee (obiettivo poi centrato). Non fino in fondo: tra i tifosi era stato apprezzato il lavoro in via Lazienkowska (dove giocano i “legionari”) di Runjaic che aveva conquistato una coppa di Polonia nel 2023, ma non era riuscito a vincere il titolo nazionale.

Sia nella capitale, sia al Pogon Szczecin, dove aveva lavorato precedentemente per cinque anni, i più hanno inoltre sempre sottolineato il suo relativo coraggio nel lanciare i giovani, oltre al fatto di non aver mai imparato il polacco nonostante il soggiorno pluriennale tra Stettino e Varsavia. Ora dovrà impegnarsi con l’italiano, come ha confessato proprio a Parma. In Polonia, però, alcuni avevano evidenziato come il tecnico sia un professionista da “lunga distanza”, uno che se gli viene concesso tempo ottiene qualcosa di buono. Ed è soprattutto questa la qualità che dovrebbe dare maggiore fiducia al mondo Udinese. Perché il campionato è solo all’inizio.


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