Kimi Antonelli: «Sono abituato fin da piccolo a sentire su di me molta pressione e ho imparato a gestirla, ma a Imola sono emozionato, è il Gran Premio di casa»
Per Kimi Antonelli, giovanissimo pilota Mercedes, questa di Imola è una gara speciale. A vederlo oltre alla sua famiglia, papà Marco (pilota lui stesso) e mamma Veronica, ci saranno anche la sua prof e i compagni di scuola. «L’emozione sarà tanta», dice. Non solo per come andrà in pista, ma anche perché questo è «il Gran Premio di casa e sarà importante restare calmi e concentrati». Lo incontriamo nell’hospitality della Mercedes, dopo uno straordinario garage tour, pochi giorni prima della gara. La sera tornerà a casa, a Bologna – dove frequenta l’ultimo anno del corso di Relazioni Internazionali per il Marketing – per festeggiare i 10 anni di sua sorella Maggie e poi sarà di nuovo a Imola per dormire nel motorhome.
Tifoso del Bologna («dopo la vittoria in Coppa Italia abbiamo festeggiato e siamo andati in centro a strombazzare»), Kimi ha poco più di 18 anni, ma è super focalizzato. In Mercedes c’è chi lo paragona a Fernando Alonso, ma soprattutto non vogliono che sia considerato come quello che viene dopo Lewis Hamilton. Kimi è Kimi e basta: un ragazzo giovanissimo e super talentoso che ha vinto il suo primo campionato con i kart a soli 8 anni, sempre sotto la guida del padre. «Lui mi ha detto di godermi l’appuntamento ma di stare concentrato», racconta.
Sei preoccupato per questa gara?
«Credo che a livello mentale sarà un weekend difficile. L’emozione di correre a casa è grande. Io vivo a mezz’ora da qua e questo è proprio il mio Gran Premio. Gareggiare davanti alla famiglia e agli amici sarà un bel momento, però emotivamente lo sentirò. Cercherò di restare concentrato e di focalizzarmi su quello che devo fare. Questo è il mio tracciato preferito sicuramente. Una pista che mi sta molto a cuore: non facile, molto tecnica, vecchio stile. C’è poco margine d’errore».
Come si bilancia alla tua età la pressione per il risultato con la necessità di crescere come pilota e come persona?
«Non è facile però sono abituato fin da piccolo a sentire su di me molta pressione e ho imparato a gestirla. Ovviamente in F1 è più forte, e soprattutto qui, con tutti i tifosi. Però può anche diventare uno stimolo a farer meglio. È importante sapere che hai le persone giuste attorno a te: un grandissimo team, una bellissima famiglia. Queste sono le cose che fanno la differenza e ti aiutano a salire in macchina più rilassato e performare migliori».
Qual è il valore aggiunto che hai portato in questo team?
«Cerco di portare positività. Mi hanno detto che il mio arrivo è stato come una boccata di aria fresca. Questo mi ha fatto davvero piacere. Provo sempre a portare la mia energia e spero che questo influisca su tutto il team».
Come sei cambiato dal tuo arrivo in Formula 1?
«Sono più consapevole di quello che posso fare, più sicuro di me stesso e ho più controllo della situazione».
E la tua vita fuori, i tuoi amici, quanto è cambiato?
«È cambiato molto. Faccio più fatica ad andare in giro, mi ci devo ancora abituare. Però è anche bello vedere tante persone che ti supportano. La cosa di cui però sono molto contento è che i miei amici, quelli di scuola, siano sempre gli stessi. Ho un bel gruppo, siamo 5 o sei. Ci siamo conosciuti la prima volta tre anni fa e abbiamo sviluppato un bel rapporto. che non è cambiato dopo l’annuncio del mio ingresso in F1. Temevo mi avrebbero trattato in modo diverso, ma per fortuna non è successo e questo aiuto tanto. Perché alla fine in questo mondo puoi avere le tue amicizie, ma è molto facile poi restare soli fuori. Per questo mantenere questi legami è fondamentale. Ho invitato tutta la classe a vedermi. Quando riesci a passare un po’ di tempo con gli amici, dopo un weekend di gara. puoi disconnettere un po’ la testa, tornare alla realtà. Questi momenti ti aiutano a rientrare in pista più forte».
Come va con la preparazione alla maturità?
«Non posso frequentare regolarmente la scuola, ma sto cercando di studiare il più possibile. Provo a recuperare il terreno e le lezioni perse, ma non è semplice».
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